Scontro Meloni-Schlein sul Garante per la Privacy

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La questione del Garante per la Privacy – aperta dall’inchiesta di Report – tra ombre su conflitti di interesse, opacità di gestione e contiguità con la politica, apre a un nuovo scontro tra la premier Giorgia Meloni e Elly Schlein, alla quale si aggiunge buona parte dell’opposizione. Pd, Cinque Stelle e Avs chiedono l’azzeramento totale del collegio: “Penso che non ci sia alternativa alle dimissioni dell’intero consiglio”, avverte la segretaria dem Schlein, parlando di “quadro grave e desolante sulle modalità di gestione”. Replica la premier Meloni: “Non abbiamo competenza sulla possibilità di azzerare l’autorità. È una decisione che casomai spetta al collegio”.

La precisazione su quanto detto dalla presidente del Consiglio arriva un attimo dopo. “Questo Garante è stato eletto durante il governo giallorosso, quota Pd e 5s e ha un presidente in quota Pd, dire che sia pressato da un governo di centrodestra mi pare ridicolo. Se Pd e 5s non si fidano di chi hanno messo all’Autorità, non se la possono prendere con me, forse potevano scegliere meglio”. E nella serata di ieri (10 novembre) Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi, dopo aver ribadito che “all’epoca delle nomine, Fratelli d’Italia rappresentasse appena il 4% dei parlamentari e che le scelte fossero interamente nelle mani di PD e M5S”, aggiunge: ”Delle due l’una: o i dirigenti di PD e M5S sono stati talmente sprovveduti da nominare un’Autorità che oggi definiscono vicina a FDI, oppure sono così confusi da lasciarsi dettare la linea da Report e dal suo conduttore”.

La questione pare tutt’altro che chiusa. E intanto Meloni va in Puglia, a Bari, per le regionali a sostegno del candidato del centrodestra Luigi Lobuono. Dal palco, la premier e leader di Fratelli d’Italia ha rivendicato i risultati del suo governo e invitato gli elettori pugliesi a non considerare la partita già chiusa, parlando di “determinazione” e “passione” come chiavi per il cambiamento. “Ricordatevi che non ci sono risultati già scritti in partenza, non ci sono destini già scritti. C’è il lavoro, la determinazione, la buona fede, la passione, che si mettono in qualsiasi battaglia”, ha detto la premier, prima di attaccare la sinistra: “Solo gli italiani possono mandarmi a casa”.