Addio a Ornella Vanoni. La cantante si è spenta a 91 anni

Innumerevoli i successi. Da “Senza fine”, uno dei suoi brani simbolo, scritto da Gino Paoli; fino a che “Che cosa c'è”. E poi “L'appuntamento”; “Tristezza” e “La musica è finita” – portata a Sanremo nel 1967. Nata a Milano il 22 settembre 1934, Vanoni è stata una delle figure più iconiche dello spettacolo italiano: cantante, attrice e conduttrice televisiva, ha saputo attraversare decenni di storia culturale mantenendo intatta la sua forza espressiva. Considerata tra le voci più autorevoli della musica leggera, Vanoni ha avuto una carriera lunghissima, iniziata nel 1956 e protrattasi fino agli ultimi giorni. Il suo repertorio è sato vasto e variegato: dalle celebri “Canzoni della mala” degli esordi al pop d’autore, fino alla bossa nova e al jazz. Memorabile la collaborazione con Toquinho e Vinícius de Moraes nell’album La voglia, la pazzia, l’incoscienza, l’allegria del 1976.
Sanremo e le collaborazioni. Nel corso della carriera ha lavorato con grandi nomi del jazz internazionale, tra cui George Benson, Herbie Hancock, Gil Evans e Ron Carter, consolidando la sua fama anche oltre i confini nazionali. Molti dei più importanti autori italiani hanno scritto per lei, e Vanoni ha condiviso il palco e lo studio con artisti come Gino Paoli, Paolo Conte, Fabrizio De André, Ivano Fossati, Lucio Dalla, Renato Zero e Riccardo Cocciante, fino alle generazioni più recenti con Bungaro, Pacifico e Francesco Gabbani. La cantante ha partecipato a otto edizioni del Festival di Sanremo, conquistando il secondo posto nel 1968 con Casa bianca e tre volte il quarto posto, con brani rimasti nella memoria collettiva come La musica è finita (1967), Eternità (1970) e Alberi (1999). Proprio in quell’ultima edizione fu insignita del Premio Città di Sanremo alla carriera.