La leadership al femminile nei consigli di amministrazione secondo Silvia Marta

Nella quinta puntata di “Libera – senza pregiudizi, al passo con il cambiamento” è stata ospite di Martina Polelli a Radio Eco Vicentino Silvia Marta, presidente e amministratrice delegata di Siggi Group e oresidente del Raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria Vicenza.
I consigli di amministrazione sono purtroppo, ancora, troppo spesso inaccessibili a molte donne, per mentalità diffusa e preconcetti. Eppure, parola di Silvia Marta, oltre alle competenze del proprio settore basterebbe mettere in campo buon senso ed equilibrio. “Nei Cda – confida l’ad si Siggi – si orientano strategie, investimenti, priorità; sono luoghi che sembrano complessi e a volte effettivamente lo sono. Eppure dietro quelle porte non ci sono solo numeri e documenti ma persone con storie, competenze e sensibilità diverse”.
Silvia Marta porta avanti l’azienda di famiglia, la Siggi Group (grazie alla cui sensibilità è possibile questa rubrica) e si ritiene molto fortunata, perché ha potuto cogliere un’opportunità che non tutti possono avere, nonostante inizialmente non fosse così sicura della strada che stava intraprendendo. La perdita del papà ha fatto crescere in lei un forte senso di responsabilità, che l’ha spinta a scegliere in modo definitivo e consapevole il ruolo manageriale che ricopre oggi, sostenuta dal resto della famiglia, e pronta ad impegnarsi e dare il massimo non solo nel ruolo di amministratore delegato ma anche come presidente del raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria, dove incarichi e responsabilità sono oggi il suo pane quotidiano.
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Tutto è nato dal suo senso di responsabilità e dalla voglia di mettersi in gioco: “Certo, ci sono delle competenze su cui ho dovuto lavorare inizialmente ma poi ho capito che all’interno dell’azienda avrei potuto ricoprire dei ruoli che mi avrebbero fatta crescere, assieme a tutte le persone che erano intorno a me. Quando cominci ad avere un tuo ruolo e delle piccole soddisfazioni allora capisci che stai costruendo qualcosa di tuo, e trovi la forza e il coraggio per credere sempre più in te stessa”.
Le abbiamo chiesto com’è il dietro le quinte di un consiglio di amministrazione nel quale l’ad è una donna. “Non c’è da aver paura, non lo dobbiamo immaginare come dietro delle vetrate trasparenti con degli uffici meravigliosi. I consigli di amministrazione – prosegue Marta – di solito si tengono in sale riunioni più o meno belle, più o meno accoglienti, in cui però c’è tutto l’impegno delle persone che cercano di guidare una realtà aziendale e di solito nel nostro territorio, siccome qui abbiamo più che altro piccole e medie aziende, i Cda sono composti spesso dai membri della famiglia. Si creano perciò relazioni più sciolte rispetto a quello che possiamo pensare di grandi verticalità, ognuno chiaramente ha il suo ruolo e ognuno deve rispondere dei propri obiettivi e condividere con gli altri le strategie”.
Un altro aspetto interessante del suo Cda non è solo il grado di parentela stretta tra i componenti, ma anche e soprattutto il numero di donne, quattro su cinque nel Cda e pure il 70% in azienda.
“Tornando al ruolo manageriale penso che serva, al di là delle competenze di base settoriali, il buon senso e un po’ di equilibrio. Credo che siano le caratteristiche essenziali per poter sedere attorno ad un tavolo dove si prendono delle decisioni. Prima di tutto – conclude Marta – un Cda deve essere fatto di persone e per le persone”.
Secondo Silvia Marta sono cinque gli aspetti importanti che ruotano attorno ad un Cda al femminile.
Il primo è che la passione non sempre arriva all’inizio: a volte nasce facendo. Non serve quindi “sentire il fuoco” da subito: la motivazione cresce quando si vede che le proprie competenze creano valore reale. Fare spazio alla gradualità non toglie forza alla leadership, bensì la rafforza.
Un secondo aspetto è che entrare in un Cda non richiede perfezione, ma allenamento continuo e la crescita non avviene in un giorno: è fatta di errori, domande, confronti. Il contributo più prezioso è quello di chi non smette di imparare.
La terza attenzione è tenere a mente che la competenza non ha genere, ma a volte il coraggio di metterla sul tavolo sì. Per molte donne, infatti, il primo passo non è “sapere”, ma autorizzarsi a portare la propria competenza nello spazio decisionale.
Quarto aspetto: chi guida non è solo chi parla, ma chi responsabilizza. Portare valore in un gruppo significa far crescere anche gli altri e creare condizioni in cui ognuno possa contribuire con lucidità e competenza.
Cinque: il cambiamento nei Cda, infine, non parte dalle quote ma dalle domande giuste. Chi entra con uno sguardo nuovo spesso porta le domande che mancavano e sono proprio quelle che aprono sentieri diversi.
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