Scontri ieri a Torino al corteo per Askatasuna. Sul tavolo sgomberi di altri immobili

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Cinquemila persone hanno sfilato ieri a Torino in corteo partendo da Palazzo Nuovo, sede storica delle facoltà umanistiche al grido “Askatasuna vuol dire libertà, nessuno ci fermerà” e “guai a chi ci tocca”. Presenti molti giovani e famiglie. Lungo il percorso si sono registrati scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Il corteo è terminato in corso Casale, davanti alla chiesa della Gran Madre. Sono stati undici gli agenti rimasti feriti negli scontri.

Dovrebbe intanto tornare sul tavolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, subito dopo le festività natalizie, la questione legata agli sgomberi a Roma. Nella lista ci sarebbero, in particolar modo, occupazioni storiche come quella di Casapound all’Esquilino e quella dello SpinTime, in via Santa Croce in Gerusalemme. Ogni discorso in merito, con buona probabilità, verrà fatto dopo la chiusura del Giubileo del 6 gennaio e dopo il periodo natalizio in cui, di solito nella Capitale, c’è uno stop degli sgomberi. Di base rimane aperta la discussione su quali soluzioni alternative possano essere trovate per situazioni legate, come detto, allo Spin Time dove si trovano oggi molti minorenni.

Il numero delle occupazioni abusive di immobili, sia privati che pubblici, di area anarco-antagonista, all’interno dei quali sono attivi collettivi che organizzano iniziative di vario genere resta alto: se ne contano almeno 125 in tutta Italia.

Le occupazioni riconducibili all’estrema destra italiana sono invece due, ossia quella già citata da CasaPound a Roma e quella di Spazio Libero Cervantes a Catania. A quanto risulta dalla mappatura delle occupazioni, dei 125 casi di area anarco-antagonista, il numero maggiore si trova nel Lazio e in particolare proprio nella Capitale, dove sono 48 gli immobili occupati. Altre 25, invece, si trovano in Lombardia, 15 in Campania e in particolare a Napoli, 6 sono in Piemonte e 7 in Sicilia. Liguria, Veneto e Puglia contano tre occupazioni ciascuna.  In Emilia-Romagna le occupazioni di questo tipo sono 2 mentre in Sardegna, Calabria e Abruzzo ce n’è una a regione.