Ava, approvato il recesso. Marigo: “Una scelta di responsabilità”. Fdi: “Un salto nel buio”

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Con il voto favorevole della maggioranza (13 favorevoli e 7 contrari), il Consiglio comunale di Schio ha approvato ieri sera, lunedì 29 dicembre, l’esercizio del diritto di recesso da Alto Vicentino Ambiente S.r.l. (Ava). La città altovicentina, di conseguenza, esce dalla società in vista della fusione di quest’ultima con Soraris S.p.A. e della conseguente nascita, dal 1° gennaio 2026, della nuova VIAmbiente S.p.A.

Una decisione che chiude un percorso politico e amministrativo avviato nei mesi scorsi. Secondo la maggioranza, la fusione e i nuovi equilibri avrebbero progressivamente ridotto il ruolo e il peso decisionale del Comune di Schio, limitandone la capacità di incidere sulle scelte strategiche. Nel corso del dibattito consiliare è stato sottolineato come il nuovo statuto e i patti parasociali della futura società avrebbero potuto vincolare Schio ad approvare decisioni industriali, ambientali ed economiche non coerenti con gli indirizzi dell’amministrazione comunale. In particolare, la maggioranza ha evidenziato il rischio di dover subire decisioni assunte a maggioranza da altri Comuni, con l’aggravante di possibili penali economiche rilevanti in caso di dissenso, fino al 10%.

Dal punto di vista operativo, l’amministrazione ha rassicurato sul fatto che il recesso non comporterà alcuna interruzione dei servizi. La gestione dei rifiuti proseguirà regolarmente e la normativa garantisce la continuità del servizio pubblico essenziale fino all’individuazione del nuovo gestore da parte del Consiglio di Bacino “Vicenza”. Nessun impatto immediato, dunque, per cittadini e utenze.

“Il recesso – spiega l’assessore all’Ambiente Alessandro Maculan – è una scelta di tutela e di responsabilità e non indebolisce le prerogative del Comune ospitante che non dipendono dalla partecipazione societaria. Le autorizzazioni ambientali, i rinnovi e le modifiche passano attraverso procedure regionali complesse, come le Conferenze dei servizi, nelle quali il Comune siede sempre con pieni poteri, talvolta anche vincolanti, soprattutto su temi come viabilità, urbanistica e carico inquinante. L’uscita dalla società, quindi, non indebolisce questo ruolo e anzi elimina una situazione di ambiguità in cui l’ente era chiamato a tutelare interessi potenzialmente confliggenti”.

A chiudere il confronto, le parole nette del sindaco Cristina Marigo che hanno sintetizzato il senso politico della decisione: “Qui non si tratta di isolamento, ma di responsabilità amministrativa. Aderire alla fusione avrebbe significato diventare corresponsabili di scelte che non condividiamo. Non vogliamo essere complici di decisioni che non riteniamo giuste e non vogliamo che, con l’ingresso di nuovi Comuni soci e future fusioni, Schio perda il controllo su un asset strategico come il termovalorizzatore, che consideriamo un patrimonio della comunità e del territorio”.

“I gruppi consiliari di maggioranza di Schio presenti in consiglio comunale ribadiscono con convinzione il proprio sostegno alla decisione dell’Amministrazione comunale di procedere con il recesso da Alto Vicentino Ambiente Srl, una scelta maturata al termine di un confronto lungo, approfondito e trasparente, che ha messo al centro esclusivamente l’interesse pubblico e il futuro della città”, scrive il consigliere comunale Nicola Ziggiotti del gruppo “Noi Cittadini con Cristina Marigo”. Che aggiunge: “Per la maggioranza, il recesso da Ava rappresenta oggi una scelta coerente, trasparente e coraggiosa, assunta per difendere il ruolo del Comune di Schio, la dignità delle istituzioni democratiche e la tutela degli interessi dei cittadini. Una decisione che non chiude le porte a future soluzioni condivise, ma che riafferma con chiarezza un principio fondamentale: le scelte strategiche che riguardano Schio devono poter essere governate da Schio”.

Durissimo, invece, l’affondo dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Alex Cioni e Gianmario Munari, che hanno bocciato l’operazione definendola un “salto nel buio” privo di solide basi di interesse pubblico. Al centro della contesa resta il destino del termovalorizzatore di Cà Capretta. Davanti a un futuro incerto – con la “Linea 2” dell’impianto vicina al fine vita e un masterplan che prevede ingenti investimenti di ammodernamento, Fratelli d’Italia ha lanciato la sfida della democrazia diretta. “Visto che la maggioranza ha deciso di sabotare il futuro di Ava senza un piano B credibile, sentiamo una buona volta il parere degli scledensi”, hanno rilanciato i consiglieri Cioni e Munari. La proposta è quella di un referendum consultivo per chiedere ai cittadini se preferiscono valorizzare il patrimonio esistente e il teleriscaldamento o accettare l’incertezza dei costi e l’isolamento proposti dalla Giunta. “Se il Sindaco è convinto del coraggio della sua scelta, non abbia paura del giudizio della città”.

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