Il capitano Carola “sbarca” sui sentieri del Carega: per mano di vandali. Cartelli deturpati

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Una delle scritte ingiuriose accomapagnate da croci celtiche apparse sulla segnaletica di montagna

Amano la montagna, ma non si perdono l’occasione di deturparla con la loro ignoranza. Sta suscitando indignazione e insieme clamore la denuncia, da parte dei gestori del Rifugio Bepi Bertagnoli sulle vette di Crespadoro, delle scritte volgari e vandaliche apparsi sui cartelli che indicano i sentieri che portano al monte Carega. Frasi ingiuriose rivolte senza ombra di dubbio alcuno al capitano della nave Sea Watch, Carola Rackete, al centro dei temi di politica internazionale d’attualità. Scritte a pennarello indelebile nero, accompagnati da raffigurazione di croci celtiche, che appaiono su più pali segnaletici dislocati sui percorsi dedicati agli amanti della natura, dei paesaggi e del silenzio dei monti vicentini. Quelli veri.

Difficile se non impossibile, salvo improbabili ammissioni di colpa, risalire agli artefici di un gesto incivile che non solo ha infastidito chi di montagna vive nell’alta valle del Chiampo, ma che potrebbe configurare pure una serie di reati. Oltre 200 i post sdegnati di commento che si possono leggere sulla pagina facebook che ne ha denunciato al pubblico il fatto, da portavoce del Cai di Arzignano, nella speranza che uno straccio e un solvente adatto permetta di ripristinare i preziosi cartelli in legno e cancellare le volgarità.

Dal mare (Mediterraneo) ai monti delle prealpi vicentini, la figura della navigatrice tedesca che ha sfidato il Ministro dell’Interno Salvini continua a far discutere, dunque. Ma sul confine tra le province di Vicenza e Verona, tra il gruppo del Carega e monte Zevola, nessuno azzarda a discutere sulla stupidità di un gesto sbagliato commesso in un luogo inviolabile per chi (davvero) considera sentieri e vette un “porto quiete”.