Fungaiolo disperso: ricerche sospese. Al Soccorso alpino affidata l’ultima esplorazione

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Tutti rappresentanti delle forze in campo per otto giorni alla ricerca di Lorenzo Lavezzo, scomparso nell’Altopiano di Asiago la scorsa domenica 20 settembre, si sono ritrovate ad un tavolo ospitato in Prefettura a Vicenza per decidere il da farsi, dopo la sospensione temporanea delle ricerche al termine di estenuanti perlustrazioni per un raggio di alcuni chilometri intorno a località Campolongo. Con la decisione di tentare un’ultima operazione affidata al corpo del Soccorso Alpino, non appena le condizioni meteo lo consentiranno.

Questa la condivisione d’intenti concordata ieri ed emersa al termine dell’incontro avvenuto alla presenza dei portavoce di Cnsas (il soccorso alpino appunto), vigili del fuoco di Vicenza, Protezione Civile, Carabinieri Forestali, autorità locali e le altre forze dell’ordine e associazioni di volontari in generale che hanno avuto un ruolo nelle complicate ricerche.

Da ricordare come da quella mattinata di domenica non si hanno più notizie nè tracce del 58enne di Arzignano, salito nei pressi di Forte Campolongo insieme al fratello per poi dividersi e imboccare sentieri distinti boschi della zona, andando ciascuno a caccia di funghi selvatici. Da circa le 9 di quella data, Lorenzo Lavezzo sembra scomparso nel nulla: al ritrovo fissato mezzogiorno non si è presentato nel luogo concordato e ancora oggi cosa sia accaduto in quelle misteriose ore rimane un fitto mistero, pari alle più dense di alberi e rami foreste altopianesi.

Tutto ciò nonostante incessantemente per più giorni, fino a domenica scorsa, siano state impegnate tra foreste e grotte svariate decine di soccorritori ed esploratori nel tentativo di salvare il vicentino. Una cinquantina a distanza il giorno dopo, fino a raddoppiare le forze lo scorso week end, con il concorso di unità cinofile e corpi di speleologi giunti da tutto il Veneto per dar man forte, mappe del sottosuolo alla mano. Spedizioni partite a ripetizione ad ogni albeggiare, poi rientrate malinconicamente alla base senza notizie confortanti da regalare a una famiglia comprensibilmente disperata, che con il trascorrere dei giorni ha visto affievolirsi le speranze di riabbracciare il proprio congiunto. Pur mantenendo un’intima fiammella ancora accesa.

Dopo aver setacciato boschi, controllato anfratti e le zone degli schianti del Vaia e infine esplorato grotte e insenature al limite dell’inaccessibile, i ricercatori proveranno a scandagliare i dirupi e le pareti rocciose più impervie, il “poco” che rimane da visitare. Armati di funi e imbragature, sfidando precipizi e “salti” che solo i più esperti specialisti della montagna sono in grado di affrontare, in condizioni di sicurezza. Sarà una sorta di ultima spiaggia, anche di montagne in quota si parla, nel tentativo di fornire una risposta conclusiva al mistero della scomparsa del 58enne. La speranza di imbattersi in Lorenzo ancora in vita rappresenterebbe una sorta di miracolo a distanza di 10 giorni dalla sua scomparsa, ma è pur vero che nessuno vorrebbe tirarsi indietro prima di averlo ritrovato. Non sono bastati i droni telecomandati e dotati di videocamere e nemmeno i sorvoli in elicottero, ma si continuerà a cercare con l’ultima missione concordata non appena il meteo concederà una tregua.