Morte Rebellin, istanza di patteggiamento respinta dal Gip. A fine aprile 2024 il processo

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A distanza di un anno e poco più di una settimana dalla tragica morte del ciclista Davide Rebellin l’iter giudiziario scrive un nuovo capitolo, con la respinta decisa dal Gip di Vicenza sull’istanza di patteggiamento inoltrata dai legali difensori dell’autotrasportatore tedesco che ha investito mortalmente il 51enne vicentino. Era lunedì 30 ottobre 2022. Scenario del dramma fu una rotatoria sul SR11 allo svincolo dell’A4 di Montebello Vicentino.

Rebellin, che si era ritirato dalla corse solo da tre mesi, stava rientrando a Lonigo nella casa di famiglia al termine dell’allenamento quotidiano sui pedali. Wolfgang Rieke, camionista di 62 anni che lo uccise e fuggì in Germania, a Munster, senza prestar soccorso alla vittima, affronterà dunque un regolare processo che si aprirà ad aprile 2024. Il cittadino tedesco è stato estradato in Italia a fine agosto scorso, dopo essere rimasto in libertà per 10 mesi, e dovrà rispondere di omicidio stradale e omissione di soccorso.

I familiari più stretti del compianto campione veneto dei pedali hanno accolto “con grande soddisfazione la decisione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza, dott. Roberto Venditti, nell’udienza tenutasi nella mattinata di oggi, di rigettare la richiesta di patteggiamento” come recita un comunicato diffuso alla stampa. La proposta iniziale di far scontare all’unico imputato 2 anni e 11 mesi, riformulata in seconda istanza a 3 e 11 mesi, aveva ricevuto l’assenso del pubblico ministero berico Hans Blattner.

Il Gip Venditti non avrebbe considerato congrua la proposta di pena, tenendo conto della recidività del responsabile – è stato il secondo incidente mortale a lui addebitato in Italia nel corso della carriera professionale -, della negligenza nella condotta di guida accertata dalle indagini e del mancato soccorso prestato al ciclista, circostanza aggravata dall’assenza di una qualsiasi chiamata ai numeri di emergenza. L’imputato è stato pertanto rinviato a giudizio, dovrà sostenere il processo per il reato di omicidio stradale e con l’’aggravante della fuga e comparire in aula nell’udienza già fissata al 22 aprile 2024. Nel frattempo sarà “ospite” del carcere di Vicenza, dove è attualmente detenuto.

Ciò che resta della bici da corsa di Rebellin

I COMMENTI DEI FAMILIARI. “Siamo soddisfatti e ringraziamo ancora la magistratura per il lavoro svolto e per l’attenzione riservata al caso di Davide” ha commentato il fratello Carlo Rebellin che, come gli altri congiunti dell’atleta, non se l’è sentita di presenziare in aula: a rappresentare la famiglia c’erano il suo legale, l’avv. Davide Picco e Alessio Rossato, l’area manager Vicenza di Studio3a-Valore SPA a cui si sono affidati i familiari della vittima. Un risarcimento ai parenti è stato già rilasciato dalla compagnia di assicurazione del mezzo pesante.

Il funerale di Davide, he si celebrò tre settimane dopo la sua somparsa

E’ un ulteriore e coerente segnale – prosegue Carlo Rebellin – dell’ottimo operato della magistratura berica che in questi mesi ha anche sempre respinto con decisione le reiterate richieste di arresti domiciliari presentate dall’imputato. Ora aspettiamo con ansia l’udienza del 22 aprile, e confidiamo in una condanna più pesante ed equa rispetto a quella proposta nel patteggiamento: se il giudice l’ha rigettata significa che lui per primo non l’ha ritenuta congrua al crimine commesso

Ho sempre sostenuto – conclude il fratello di Davide – che un incidente può succedere, ma il comportamento tenuto da Rieke dopo l’investimento fa troppa rabbia: il video del sinistro, che abbiamo visto più volte, documenta chiaramente come sia rimasto sul posto per diversi minuti accanto al corpo esanime di mio fratello per poi scappare approfittando del fatto che non c’era nessuno a fermarlo. Capisco l’agitazione del momento, ma poi ha avuto tutto il tempo per riflettere su ciò che ha commesso; anche le scuse ce le ha inviate dopo mesi, e presumibilmente sono state dettate dal suo avvocato. Una condotta orribile che va perseguita e punita adeguatamente”.