Pfas, la Regione allarga ai residenti in zona arancione la possibilità degli esami del sangue

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

La Regione del Veneto ha adottato un provvedimento che consente ai cittadini residenti nei comuni dell’Area Arancione di poter effettuare il dosaggio dei Pfas nel sangue. Ciò risponde alle esigenze che parte della popolazione residente in questi comuni ha più volte espresso ma anche ad una rivalutazione del rischio correlata all’uso dell’acqua da pozzo.

L’Area Arancione corrisponde a quella parte di territorio regionale, interessata dalla contaminazione da Pfas delle acque sotterranee, ma che ha ricevuto acqua non contaminata attraverso gli acquedotti. A parte il Comune veronese di San Bonifacio, tutti gli altri 11 sono comuni vicentini: Altavilla, Arcugnano, Arzignano, Creazzo, Montebello, Montecchio Maggiore, Monteviale, Sovizzo, Trissino e il capoluogo Vicenza. Per i cittadini residenti in questa area c’è quindi la possibilità di effettuare volontariamente la determinazione dei dosaggi ematici di Pfas presso il laboratorio autorizzato di Arpav in regime di compartecipazione della spesa, entro 90 giorni dall’adozione della deliberazione, tempo necessario all’adeguamento dei flussi informativi e alla definizione delle misure organizzative.

La tariffa applicabile a questa prestazione sanitaria (“Determinazione sostanze organiche fluorurate (PFAS), codice 4.2.00.115) è di 130 euro, ma gli interessati potranno usufruire delle prestazioni in regime di compartecipazione alla spesa ad una tariffa calmierata di 90 euro. Qualora gli esiti dei dosaggi effettuati volontariamente dai cittadini rilevino valori sierici di Pfas superiori ai limiti di riferimento stabiliti con Decreto della Giunta Regionale 2133 del 2022 gli interessati potranno poi effettuare gratuitamente gli esami ematochimici previsti dalle disposizioni contenute nella medesima deliberazione. Chi dovesse presentare valori significativi di bioaccumulo di Pfas ed esami ematochimici con valori alterati, potrà eseguire gratuitamente attraverso il medico di medicina generale il programma di presa in carico sanitaria, come previsto dalle disposizioni contenute nelle deliberazioni della Giunta Regionale 2133 del 23 dicembre 2016 e 691 del 21 maggio 2018.

Grande soddisfazione da parte dei comitati locali che da anni lottano per la salute dei cittadini nelle zone interessate dall’inquinamento da Pfas e che da anni chiedevano di allargare agli abitanti delle zona arancione le analisi per rilevare i pericolosi Pfas nel sangue.
Intanto, a processo in corso, la Miteni di Trissino, da cui originerebbe il più grande inquinamento da Pfas d’Europa, è stata smantellata e una serie di macchinari trasferiti in India.

Pfas nel sangue della popolazione, inizia lo screening dell’Ulss su oltre mille trissinesi