Raccolta rifiuti, rischio paralisi del servizio per 22 comuni del bacino Agno-Chiampo

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Si addensano le nubi sopra la sede di Agno Chiampo Ambiente, in attesa dell'autorizzazione necessaria per proseguire nella raccolta rifiuti

I 22 comuni dell’Ovest Vicentino serviti da Agno Chiampo Ambiente srl rischiano il blocco della raccolta dei rifiuti. A denunciare la criticità è la stessa società partecipata con sede ad Alte Ceccato, punto di riferimento per circa 170 mila cittadini vicentini. Lo spettro della possibile paralisi all’orizzonte si potrebbe materializzare a partire dal 16 aprile, data “burocratica” di scadenza di un’autorizzazione – di durata quinquennale – non ancora rinnovata dalla Commissione regionale presso l’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali. Il tutto a causa di un ritardo nelle nomine da parte del Ministero dell’Ambiente. L’interruzione del servizio e la chiusura temporanea degli ecocentri costituiscono dei pericoli reali da qui a pochi giorni.

Il campanello d’allarme, che trascende la mera provocazione e definisce un reale pericolo di blocco dell’attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti, lo lancia il presidente di Agno Chiampo Ambiente, Alberto Carletti: “Ogni cinque anni, come prescrive la legge, l’autorizzazione deve essere confermata tramite il rinnovo dell’iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, che deve essere approvata dall’apposita commissione. Il problema è che, a tutt’oggi, la sezione regionale non è in grado di dare corso alla pratica di rinnovo in quanto la Commissione non risulterebbe ancora nominata nella sua interezza dal Ministero dell’Ambiente. Quindi, la nostra pratica è bloccata. Si sta pericolosamente avvicinando la data del 16 aprile, data di scadenza nota, e non abbiamo finora avuto alcuna risposta”.

La società Agno Chiampo Ambiente ha informato il Prefetto di Vicenza dello status quo, oltre ai sindaci dei comuni firmatari delll’accordo di gestione, che configura una situazione tanto paradossale quanto preoccupante. “E – spiega Carletti – comporta un potenziale e significativo pericolo per l’igiene e la salute pubblica. Senza il rinnovo non potremo proseguire la raccolta rifiuti né le attività di gestione degli ecocentri o di pulizia ed igiene del territorio. Se lo facessimo andremmo incontro a reati ambientali. Le strade sono due: o la commissione viene nominata in extremis e ci autorizza il rinnovo dell’iscrizione all’Albo o il Prefetto ci deve autorizzare con una propria ordinanza d’emergenza. Siamo in attesa di una risposta dalla politica e dagli enti preposti. Il tempo stringe e i nostri Comuni soci e i cittadini hanno il diritto di averla il più presto possibile”.