L’Ipab Bisognin è Covid-free: era tra le prime case di riposo colpite dalla seconda ondata

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La facciata con l'ingresso della struttura di assistenza

Mentre il 90% delle case di riposo e strutture di assistenza equiparabili dell’Ovest Vicentino risulta tutt’ora alle prese con l’invasione del coronavirus, una delle più colpite in assoluto sia dalla prima che dalla seconda ondata di contagi è riuscita a scacciare l’incubo. Dopo un mese abbondante di strenua lotta e comprensibile apprensione che ha visto unirsi anziani, operatori interni, familiari e personale sanitario pubblico.

Si tratta dell’Ipab “Centro servizi Bisognin” di Meledo di Sarego, che già a fine settembre incorse in una proliferazione di contagi dal suo interno. Dopo aver già pagato un “conto” particolarmente triste la scorsa primavera.

Anche stavolta, a patirne le conseguenze fisiche e le paure sono stati gli ospiti – 13 in tutto – e forma più lieve gli operatori (3), ma a distanza di circa un mese la situazione è tornata alla normalità, per quanto possibile in tempi di emergenza sanitaria, in misura ordinaria e senza più persone in isolamento. A certificare l’assenza di uomini e donne positivi tra chi frequenta oppure è ospite dei diversi nuclei abitativi del centro è stato un nuovo “giro” di tamponi, tutti con esito negativo, il secondo in pochi giorni.

Già giovedì scorso il sindaco di Sarego Roberto Castiglion aveva annunciato per la prima volta, per così dire, il “cartellino rosso” al virus dall’Ipab locale, ma per prudenza serviva un ulteriore riscontro per accertare la fine di un nuovo incubo tenendo fede ai tempi di incubazione. Già da una decina di giorni la situazione di rischio era rientrata, dopo che agli sgoccioli del mese di ottobre permaneva un unico ospite ancora positivo, adeguatamente isolato e poi negativizzato e, quindi, dichiarato guarito. Il secondo, nell’arco di appena 8 mesi, con l’augurio di poterlo considerare l’ultimo.

Purtroppo tra di loro c’è stato chi è finito in ospedale, ricoverato nei reparti di pneumologia e infettivologia. Un viaggio senza ritorno per uno, deceduto con correlazione del Covid, mentre l’altra manciata di pazienti ha fatto regolare rientro nella struttura di Meledo dopo l’assistenza e l’attenuazione dei sintomi di malattia. Il bilancio del focolaio dell’ondata autunnale rimane stabile a 16 casi accertati di positività, con un ospite che non ce l’ha fatta, a 40 giorni dall’allarme scattato all’interno della struttura, in tempi in cui – era il 28/29 settembre – la recrudescenza dell’epidemia sembrava ancora lontana.

L’immediata applicazione del protocollo sanitario previsto, almeno, ha permesso di limitare la diffusione del contagio a questi numeri, non coinvolgendo in maniera più incisiva l’intera quota di ospiti e operatori e collaboratori. Oltre un centinaio in tutto.