Lo striscione da cantiere della piazza fa sorridere e diventa virale: “Cossa sxei drio fare?”

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L’iconica quanto ironica immagine di un vecchietto che osserva attento un cantiere con gli operai (all’opera), una frase interrogativa in dialetto veneto con traduzione in altre 6 lingue altrettanto rappresentativa di uno spaccato “ruspante” vicino alla realtà, ma rivisto in chiave umoristica. Il “Cossa sxei drio fare?” e quel nonno con bastone vigile sentinella dell’avanzare dei lavori in piazza a Gallio spopolano già in tutto il Veneto. E, soprattutto, stanno facendo sorridere migliaia di persone, dopo che una prima foto di uno dei quattro striscioni originalissimi apposti intorno al perimetro di cantiere, è “rimbalzata”, di telefono in telefono.

L’idea è nata nel corso di una chiacchierata tra il primo cittadino locale Emanuele Munari e il responsabile del cantiere, Andrea Schivo, anche lui galliese doc, nel corso di un recente un scambio di opinioni sull’intervento in avvio in piazza Gardini, discutendo di polemiche relative proprio all’attesa riqualificazione. Qualcuno, qui, nel Comune più in alto (a quota 1.093 metri) del Vicentino, contestava la “rivoluzione” e la data di avvio dei lavori partiti il 26 giugno, in ragione della vocazione turistica della cittadina. Tanto d’inverno quanto d’estate, però, e quindi con poco margine di “manovra” visto che si prevedevano circa 9 mesi per la consegna definitiva dell’opera pubblica.

Fatto sta che proprio da qui è nata la “trovata” dei cartelli di cantiere ironici, con il fine di strappare un sorriso e stemperare gli animi per tutta la durata del work in progress. C’è proprio l’inglese tra le lingue proposte insieme a italiano, francese, spagnolo, poi arabo e giapponese, in ossequio alla globalizzazione. Va a sapere se manchi all’appello l’idioma tedesco per motivi di spazio o perché, si sa, il popolo teutonico preferisce l’Italia per i lidi marittimi. E un domani, magari, ci sarà il cimbro degli antenati tanto caro all’Altopiano delle origini. Oggi intanto, si osserva il cantiere come fa il “nonno di Gallio” virtuale che terrà dunque sott’occhio i lavoratori in un luogo centrale sì della vita pubblica locale, ma con limitate possibilità di ospitare grandi eventi pubblici, come spiega il sindaco Munari.

“Si lavorava a questo progetto progetto da ormai tre anni – dice – la piazza era obsoleta, non rispettava i canoni di sicurezza per eventi ad alto afflusso, spesso preclusi in partenza. Insomma, era scarsamente utilizzata. Una volta concluso l’intervento, invece, costituirà un valore aggiunto per il paese, per le associazioni, per creare comunità ed ospitare iniziative importanti per i prossimi 50 anni. I cartelli? Eravamo consapevoli che quando stravolgi qualcosa il messaggio da far passare non è sempre facile e, quindi, un po’ per scherzare e sdrammatizzare, è nata l’idea dei cartelli che le imprese appaltatrici hanno subito fatto loro. Tutto ciò sta suscitando interesse e curiosità in positivo, e ne siamo ben lieti”.

Il bando per i lavori è stato a suo tempo aggiudicato alla ditta Gheller Spa di Solagna, con subappalto alla Schivo Damiano, impresa di scavi e opere edilizie altopianese. Interpellato sugli striscioni, risponde Andrea, figlio del fondatore dell’attività edile oltre che “regista” operativo: “Non si tratta minimamente di una trovata pubblicitaria ma solo della volontà di far sorridere residenti e turisti – spiega -, un po’ di ironia ogni tanto non guasta. Quando il sindaco Munari me l’aveva proposto l’ho preso subito sul serio e ho affidato l’incarico a uno studio grafico con cui collaboriamo. Direi che, viste le reazioni della gente dopo l’affissione dei cartelli il 25 luglio, siamo riusciti nell’intento”.

Più di qualcuno si ferma a fare un selfie con uno striscione alle spalle, e le foto scattate da visitatori dell’Altopiano girano e spopolano sui social e sugli smartphone da giorni. Poi, chi si ferma un attimo attirato dai cartelli, lancia quasi sempre uno sguardo al rendering che svela in anteprima il volto della piazza Giardini che verrà. “Salvo imprevisti sarà pronta entro la primavera del prossimo anno – spiega Andrea Schivo -, e credo proprio sarà una piazza che darà valore al paese. Basti pensare alla trachite dei Colli Euganei che sarà utilizzata come materiale, la stessa di piazza San Marco a Venezia tanto per dare un’idea”. E anche della nuova versione del Ponte di Calatrava sempre da quelle parti, analogie tra “mare e monti” in questo caso. E chi lo sa se anche nella città galleggiante, magari su una gondola, ci sarà qualche vecio a controllare che tutto proceda a regola d’arte.