Perseguita l’ex in barba ai divieti e al braccialetto elettronico: 53enne ora ai domiciliari

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Il distacco dall’ex compagna imposto da un giudice attraverso il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri evidentemente non ha contribuito a farlo riflettere abbastanza sulle proprie azioni. E in più, in barba alla misura cautelare imperativa, ha aggravato (anche) la situazione personale, oltre ad aver arrecato altri motivi di apprensione alla persona già offesa in precedenza.

Si trova infatti da ieri mattina agli arresti domiciliari un vicentino di 53 anni, residente a Lusiana Conco, sull’Altopiano dei Sette Comuni, su ordine della Procura di Vicenza. L’uomo, già “avvertito” attraverso la misura del divieto da fine dicembre, a partire da metà febbraio è tenuto ad indossare un braccialetto elettronico. Per 24 ore al giorno. Controllato dai Carabinieri della stazione locale, di recente, avrebbe però perseverato negli atti persecutori nei confronti dell’ex fidanzata ed ex convivente.

Andando così a contravvenire alle imposizioni dei giudici per le indagini preliminari, decise a tutela della donna che nel dicembre del 2023 aveva trovato il coraggio di denunciare le vessazioni continue a cui era sottoposta. E facendo in tal modo scattare alcune misure di protezione previste dal codice rosso di prevenzione della violenza di genere. Tra queste, l’obbligo di indossare il dispositivo di geolocalizzazione in caso di reiterazione delle azioni persecutorie e, da subito, il divieto di avvicinarsi alla donna e di comunicare in qualsiasi modo con la stessa (compresi telefonate, messaggi istantanei, mail etc).

Il 53enne di Lusiana Conco, invece, a quanto emerso ha continuato a frequentare un bar dei dintorni di Marostica posto nelle vicinanze dell’abitazione della donna, dunque a meno di 500 metri di distanza imposti dalla misura cautelativa, come ha rilevato il braccialetto . Ma non solo: secondo la nota diffusa oggi dal comando periferico dell’Arma di Bassano del Grappa, l’indagato – che andrà a processo nei prossimi mesi per le violenze – avrebbe continuato imperterrito a molestare l’ex fidanzata tentando di contattarla.

Indagini e controllo affidati ai Carabinieri di Marostica

Le violazioni delle imposizioni del Gip documentate dai Carabinieri dalla sede di Marostica, sarebbero plurime, tanto da far scattare il “giro di vite”, dopo il 15 febbraio scorso quando il 53enne è stato di nuovo rintracciato nei paraggi della residenza della denunciante, senza validi motivi se non quello di recarsi al bar, chiaramente non ritenuto una giustificazione plausibile dagli inquirenti. Dal 1 marzo, quindi, l’indagato è stato posto in regime di arresti domiciliari, eletti nell’abitazione altopianese dove ha residenza.