Profuga ucraina salvata con l’angioplastica coronarica dopo l’arrivo all’ex ospedale

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Ospedale San Bassiano

Si era sentita male non appena giunta ad Asiago in uno dei pullman messi a disposizione per i rifugiati dall’Ucraina, venendo trasportata dal vecchio ospedale altopianese al polo di Bassano del Grappa, per risolvere il restringimento di una vena che impediva il corretto flusso sanguigno. E’ stata così salvata da un possibile infarto una donna di 60 anni, presa subito in cura dal personale sanitario presente all’accoglienza e trasportata al San Bassiano in ambulanza dopo una prima diagnosi sul posto con elettrocardiogramma.

Per la cittadina ucraina, dopo un intervento di angioplastica coronarica, ora qualche giorno di riposo prima delle dimissioni. Salvo complicazioni potrà poi raggiungere il gruppo di 75 connazionali – per la maggior parte minori – ospitati dal primo pomeriggio di giovedì nelle stanze allestite all’ex polo sanitario asiaghese, dismesso da circa un anno.

Sono 120 i posti disponibili in tutto, concepiti come alloggi temporanei per un periodo di 7/8 giorni, con la possibilità di sostenere screening medici prima di smistare i nuovi arrivi in altre strutture e case messe a disposizione dalla rete solidale di aiuti composta da Ulss, enti pubblici e associazioni di volontariato. La sessantenne salvata in extremis al suo arrivo, dopo il malore improvviso che ha accusato sul posto dopo 5 giorni di estenuante viaggio, faceva parte del primo gruppo giunto in Altopiano.

Subito soccorsa, dopo essere stata sottoposta a un Ecg l’ospite straniera è stata stabilizzata una volta giunta al polo medico bassanese. Poi, ieri, nel reparto di Emodinamica, un esame coronografico ha identificato il punto esatto di un restringimento del ramo più importante per il 99%, motivo per cui è stata subito sottoposta all’angioplastica riuscita a regola d’arte grazie all’applicazione degli stent, consentendo di ripristinare il regolare flusso sanguigno. E’ stato un momento toccante e indimenticabile per quanti nel reparto l’hanno assistita vederla ringraziare con un gesto con le mani, formando un cuore, non conoscendo né parole in italiano né in inglese. Questa donna ha salvato dalla guerra tre ragazzi, portandoli con sé lontano dai pericoli della guerra, dopo la perdita del padre e con la madre chiamata alle armi e che risulta in combattimento. Una delle purtroppo tante e angoscianti storie che chi accoglie i profughi dall’Ucraina viene a conoscere nei centri di accoglienza.

“A tutti gli effetti si è trattato di un intervento salvavita – spiega il dott. Fabio Chirillo, direttore della Cardiologia del San Bassiano – in quanto la paziente rischiava di sviluppare un infarto molto esteso. Con l’aiuto di un’interprete abbiamo ricostruito la sua storia clinica: effettivamente già da qualche mese la signora lamentava un dolore transitorio al torace, da sforzo, e per lei in Ucraina era già stata programmata una coronarografia, che non ha mai potuto eseguire a causa dello scoppio della guerra. La procedura ha avuto pieno successo e salvo inattese complicanze la signora sarà dimessa nel fine settimana e quindi riaccompagnata al centro di accoglienza di Asiago”.