Protesi doppia in unico intervento in sala operatoria: ospedale di Asiago “in testa” in Veneto

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Due interventi di protesi in un’unica seduta operatoria: una metodica innovativa che implica un elevato livello di competenze da parte dell’equipe, ma anche significativi vantaggi per i pazienti. Proprio in questo ambito l’Ortopedia dell’ospedale di Asiago ha fatto segnare nei giorni scorsi un primato degno di essere evidenziato: con 31 interventi di questo tipo eseguiti nel 2023 fino a fine settembre, risulta ora al primo posto in Veneto tra gli ospedali pubblici in questo settore. Questa tecnica rappresenta, su un totale di poco meno di 300 eseguiti ad oggi, più del 10%.

Soddisfazione dal polo di cura altopianese, alla luce dei “numeri” che attestano l’attività rivolta in particolare a persone anziane. A renderlo noto è l’Ulss 7 Pedemontana. “Si tratta di un’opzione che tendiamo a proporre ai pazienti che necessitano di doppio intervento di protesi, ad esempio ad entrambe le anche o ad entrambe le ginocchia, in questo caso si parla di interventi bilaterali, in più ad anca e ginocchio dello stesso arto o arto differente – è il commento di Cesare Chemello, direttore di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Asiago -“.

Si tratta di una modalità innovativa che racchiude in sé aspetti migliorativi multipli, tanto per l’ente che eroga il servizio sanitario quanto e forse più per il paziente, così come i casi precedenti testimoniano. “Normalmente si procede ad un primo intervento con conseguente prima riabilitazione, poi al secondo intervento e quindi ad un nuovo ciclo di riabilitazione. Ove ci sono le condizioni, invece, qui nel reparto preferiamo innestare – continua il medico ortopedico – entrambe le protesi in un’unica sessione, una metodica innovativa nella quale possiamo contare su una casistica ormai molto ampia e favorevole”.

Da rimarcare come più del 60% dei pazienti che giungono ad Asiago per questa tipologia di protesi provenga da fuori Altopiano, assistendo oltre un migliaio di pazienti nei primi 8 mesi del 2023 per quanto riguarda gli interventi protesici in generale. Quelli “doppi” tra anche e ginocchia rivestono un’importanza funzionali multipla. “Un primo tema riguarda il fatto che in questo modo il paziente viene sottoposto a unica anestesia, che soprattutto in pazienti anziani o con altri fattori di fragilità non è una procedura da sottovalutare, tanto è vero che gli interventi bilaterali sono indicati nei pazienti con fattori di complessità dal punto di vista clinico, perché così facendo si riduce lo stress cardiocircolatorio rispetto alla doppia anestesia. Vi è poi una maggiore efficacia della riabilitazione, perché nel caso di due interventi separati la riabilitazione fatta dopo la prima seduta chirurgica non può che essere solo parziale se il paziente continua ad avere comunque un altro arto che non funziona correttamente, gli provoca dolore e lo limita nei movimenti”.

A fronte di questi vantaggi non mancano gli elementi aggiuntivi di complessità per l’equipe
chirurgica, proprio per questo motivo il primato dell’Ortopedia di Asiago in questo ambito rappresenta un indice degli elevati standard qualitativi del reparto: “La principale difficoltà – conclude lo specialista – deriva  certo dall’innesto di due protesi ma la durata complessiva dell’intervento deve rimanere invariata, in quanto per motivi di sicurezza
non possiamo allungare i tempi dell’anestesia, certamente non raddoppiarli. Questo implica un elevato livello di tecnica ed esperienza, ma va anche detto che rispetto al passato siamo facilitati dall’utilizzo di nuove tecniche meno invasive, di protesi di nuova generazione e nuove tecnologie, che consentono un risparmio dell’osso e un sanguinamento inferiore e quindi una minore invasività chirurgica”.

Lo specialista Cesare Chemello, primario del reparto di Asiago

Subito dopo l’inserto delle protesi, salvo complicazioni o situazioni particolari, il paziente viene già alzato in piedi e dal giorno successivo può iniziare una graduale riabilitazione come da protocolli. “Naturalmente – spiega ancora il dottor Chemello – questa fase è un po’ più complessa in caso di doppio intervento, ragione per cui questa metodica viene proposta a pazienti che devono essere ben motivati, ma in genere sono i pazienti stessi a chiedere questa possibilità, perché apprezzano i vantaggi del singolo intervento e della singola riabilitazione anche in termini di ritorno più rapido ad una vita normale e attiva”.