Rigoni Stern, aria di tris: “Mi hanno proposto anche la Regione, ma io scelgo Asiago”

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“Fin dalla tenera età, quando mi chiedevano cosa avrei voluto fare da grande io rispondevo convintamente il sindaco del mio paese e dopo qualche bel decennio devo dire che la risposta rimane sempre la stessa”. E’ un Roberto Rigoni Stern che non ti aspetti quello che lasciandosi andare a ricordi d’infanzia si emoziona quando parla dell’attaccamento quasi viscerale alla sua terra, con Asiago come posto del cuore. Orgoglio e responsabilità per un ruolo, quello di sindaco, arrivato al culmine di un impegno amministrativo iniziato nel 1999 come consigliere di minoranza e che oggi potrebbe concretizzarsi in un terzo mandato dato ormai quasi per certo.

Sindaco, che anni sono stati quelli del decennio da primo cittadino al timone della “sua” Asiago?
Il lavoro è stato certamente condizionato da due grandi accadimenti che hanno avuto un grande impatto economico e sociale: la tempesta Vaja durante il primo mandato e la pandemia nel secondo. Posso dire che ne stiamo uscendo solo ora: non sono alibi, ma è giusto non dimenticare perchè parliamo di situazioni straordinariamente gravi. Abbiamo comunque fatto tantissimo e molto resta da fare anche se in buona misura la strada è tracciata.

Di cosa va più fiero rispetto alle cose fatte? Mi traccia un breve bilancio?
Il nuovo ospedale, con 38 milioni investiti, è stata la madre di tutte le battaglie vinte. Una rinascita con reparti come l’ortopedia che sono un fiore all’occhiello. Ma anche il riordino di servizi come la riabilitazione ed il punto nascite, rappresentano una svolta dovuta ai nostri cittadini. Poi direi senz’altro il sociale in genere: dai 2 milioni stanziati per il potenziamento della casa di riposo all’attenzione verso la scuola che ci ha consentito di avere un nuovo albergo didattico che non ha eguali. E poi la vittoria al Consiglio di Stato, dopo anni di attese e patimenti, contro una lottizzazione che non aveva senso: sintomo che la tutela ambientale per noi non è mai stata solo un’operazione di facciata.

Turismo e attrattività. Come è cambiata Asiago nell’immaginario di chi la frequenta?
Il traguardo più importante è quello di aver superato il concetto di stagionalità: se i proprietari di seconde case aprono la loro anche solo un giorno in più all’anno, abbiamo già vinto. Da Made in Malga a Fiocchi di Luce passando per il mese del Foliage, gli eventi oggi sono tarati su tutti i 365 giorni dell’anno. Nel concreto poi, l’investimento per il campo da golf, il nuovo parcheggio attrezzato per camper e il corposo rinnovamento di impianti di risalita del comprensorio, ci consente e ci consentirà di riacquisire una fetta di ospiti che si era spostata altrove.

A proposito di sci: nevica sempre meno, ma fioccano proposte avveniristiche come quella dello skidome. Sogno o realtà?
Partiamo da alcuni punti fermi. La proposta è di 100 maestri di sci che hanno detto da loro, comprensibilmente motivati da una situazione che dà lavoro ad un ampio numero di persone. La valutazione e l’approccio, per quel che mi riguarda, parte da un concetto di auto sostenibilità della cosa: posto che non ci sarebbe un aggravio di costi a carico della collettività, io non sono un fan del dovunque a qualunque costo. Ma non mi piace nemmeno bocciare a priori: lo dico perchè oggi chi critica magari non sa che a Kaberlaba la neve artificiale la si fa grazie a bacini di acqua depurata che altrimenti verrebbe dispersa.

Torniamo alla politica: ci ha parlato di tanti bei traguardi, ma sappiamo che lei non le manda a dire ed è capace di una sana autocritica. Cosa non è funzionato in questi anni e dove vorrebbe fare di più?
Guardi, vorrei essere stato ancor più incisivo in alcuni frangenti, ma un sindaco ha spesso le mani legate e va detto. I tempi della burocrazia sono una follia che il cittadino giustamente non capisce: penso ad un nostro residente che per vedere il suo edificio passare da una destinazione agricola a residenziale, ha atteso 3 anni. Questi lacciuoli che poi viviamo anche nei rapporti con vari enti sovracomunali, vincolano nell’operatività.

Meglio fare il consigliere in Regione o il deputato allora?
Me lo hanno proposto a più riprese e trasversalmente: io ringrazio ma ad oggi non mi ci vedo. La mia dimensione è qui, tra la mia gente: è una forma di rispetto verso il paese e chi lo vive. Fare il sindaco è difficile, ma bellissimo: un percorso dove tocchi davvero con mano che cos’è il bene comune: io lo auguro a tutti, aiuterebbe a capire molte cose. E poi Asiago è parte di me: ed è un legame che non ha bisogno di troppe spiegazioni.