Avviata la fusione fra Acque Vicentine e Avs, risparmi di 7 milioni in cinque anni

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Da sinistra: il presidente di AVS Cattelan, il sindaco di Thiene Casarotto, il presidente della Provincia Variati, il presidente di Acque Vicentine Guzzo e il direttore generale di Acque Vicentine Fabio Trolese

 

Via libera ufficiale al processo per l’aggregazione tra Acque Vicentine e Alto Vicentino Servizi.

Le assemblee dei soci dei due gestori del servizio idrico integrato hanno approvato lunedì l’ordine del giorno con il quale danno mandato ai consigli di amministrazione delle due società di elaborare congiuntamente il progetto di fusione che potrà portare alla nascita di una nuova realtà pubblica con competenza su 69 Comuni del territorio e un bacino di 550 mila abitanti. Il passaggio, preceduto dalla realizzazione di uno studio di fattibilità, è stato illustrato dai presidenti delle due società Angelo Guzzo e Giovanni Cattelan, assieme al presidente della Provincia Achille Variati e al sindaco di Thiene Giovanni Casarotto. Obiettivo è arrivare all’atto di fusione nell’autunno del 2017.

“Questo processo è nato proprio dalla spinta dei sindaci – ha spiegato il sindaco Variati -. Siamo in una stagione di grandi intese territoriali che rafforzano un territorio che dimostra di saper fare squadra e danno anche centralità all’area berica a livello regionale”. “Come sindaci abbiamo lavorato per trovare la soluzione migliore, tenendo al centro del servizio il rapporto con gli utenti – ha confermato il sindaco Casarotto -. Siamo quindi soddisfatti di essere arrivati a un risultato che sarà fondamentale per il futuro del nostro territorio”. “Abbiamo ricevuto un mandato chiaro che ora porteremo avanti – ha quindi spiegato il presidente di Avs Cattelan -. Per gli utenti la qualità del servizio rimarrà invariata, a partire dalla presenza degli sportelli e dei servizi tecnici. Si apriranno però nuove opportunità, e in particolare la possibilità di chiedere al Consiglio di Bacino l’estensione dell’affidamento, così da poter adottare una visione di più lungo respiro, anche sotto il profilo degli investimenti”. “Proviamo l’orgoglio di essere aziende pubbliche che, grazie anche alla loro efficienza, dimostrano di avere a cuore il bene comune e di saper affrontare nuove sfide e scommettere sul futuro – ha quindi sottolineato Angelo Guzzo -. Lo facciamo con coraggio, senso di prospettiva e innovazione. E questo è merito prima di tutto dei Comuni soci”.

Alto Vicentino Servizi oggi conta 38 comuni associati e serve un popolazione di 257 mila abitanti. Ha un valore di produzione di 33 milioni di euro e 142. Nel 2015 ha fatto investimenti per 12 milioni di euro e ha una rete di acquedotti e fognari di 4.245 chilometri.

Acque Vicentine raggruppa invece 31 comuni soci e 293 mila abitanti. Ha un valore di produzione di 40 milioni di euro e 145 dipendenti. Nel 2015 ha fatto investimenti per 14,8 milioni di euro e conta su una rete, fra acquedotto e fognatura, di 3.400 chilometri.

L’operazione di fusione permette inoltre di mantenere il controllo pubblico della gestione del servizio, in linea con gli esiti referendari e crea un operatore di dimensione significativa a livello nazionale e fra i primi cinque a livello veneto.

Gli obiettivi. Punto di partenza della fusione sarà l’attuale modello di servizio delle due società: la conferma di tutti i presidi territoriali e l’individuazione di una nuova sede baricentrica (oggi entrambe le società non hanno una sede di proprietà) consentirà di garantire una presenza di servizi all’utenza e di gestione diffusa nel territorio, alta attenzione alla qualità del servizio e lo stretto collegamento con gli enti pubblici territoriali che oggi caratterizza Alto Vicentino Servizi e Acque Vicentine. Si potranno in questo modo sviluppare sinergie e risparmi da indirizzare a un incremento degli investimenti, alla fornitura di servizi aggiuntivi e al contenimento delle tariffe. L’analisi delle possibile sinergie, in particolare, evidenzia un potenziale risparmio complessivo, tra il 2017 e il 2022 di oltre 7 milioni di euro (pari al 2% annuo). La nuova dimensione, con la possibilità di un rinnovo dell’attuale concessione, garantirà al gestore migliori possibilità di accesso al credito, abilitando così un nuovo piano di investimenti a lungo termine.

Il rapporto con gli utenti Non cambia la centralità del rapporto con l’utente che anzi, nel tempo, potrà beneficiare di servizi aggiuntivi e dei vantaggi che potranno derivare dalle economie di scala in termini di investimenti nel territorio, contenimento tariffario e qualità dell’offerta: i risparmi generati dal processo saranno infatti destinati interamente a sostenere la realizzazione di opere nel territorio e a servizi aggiuntivi. Non verranno meno neanche gli sportelli territoriali e fino al 2019 verranno inoltre confermati i piani tariffari e di investimento già approvati: dal 2020 si passerà invece a tariffa unica e piano degli investimenti comune.

I dipendenti. Così come non sono previsti tagli ai presidi territoriali, non sono in programma ridimensionamenti sotto il profilo del personale.