Corte dei Conti: Pedemontana a rischio fattibilità. Berti (M5S), “è la Waterloo di Zaia”

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161 pagine di relazione dove, dati alla mano, si pongono seri dubbi sulla fattibilità dalla Superstrada Pedemontana Veneta. Critiche che riguardano tutto, dai costi alla gestione commissariale. Ad averle stilate è la Corte dei Conti, che torna ad occuparsi dell’opera che rappresenta oggi una ferita aperta nel territorio fra Montecchio Maggiore (Vicenza) e Spresiano (Treviso): 94 chilometri e mezzo di lunghezza e cantieri aperti un po’ dappertutto soprattutto nel vicentino, da Castelgomberto a Breganze, fino a Bassano.

La relazione è insomma molto critica e sostiene che l’opera non solo ha una sostenibilità finanziaria incerta, ma che potrebbe rappresentate una spada di Damocle sul debito pubblico regionale. Per qeusto la Corte dei Conti ha convocato a Roma per il 21 dicembre tutte le istituzioni interessate: Regione, Veneto Strade, ministeri e quaranta amministrazioni comunali.

Sulla relazione della Corte dei Conti va giù duro il capogruppo M5S in consiglio regionale, Jacopo Berti, che parla di “una valanga di critiche, con una serie di bocciature che in qualsiasi altro Paese porterebbero alle dimissioni di massa dei responsabili di uno scempio economico e ambientale senza precedenti”.  “La Corte bacchetta ad esempio l’estrema lentezza con cui viene portato avanti il progetto e boccia pure i costi del commissario – spiega Berti – ma ci sono anche carenze progettuali e si parla addirittura di clausole della convenzione particolarmente favorevoli al socio privato. Per non parlare delle difficoltà oggettive dell’esecuzione dell’opera e di quel che accadrà con gli espropri”. “La Corte dei Conti valuta inoltre in modo negativo oneri e penali, e la loro rilevanza per i bilanci pubblici. E tira in ballo anche problematiche ambientali – continua il capogruppo – tutte cose che noi diciamo da tempo, ma ci hanno sempre dato degli allarmisti. Ora invece un organo dello Stato dice nero su bianco che alla fine del mandato di Vernizzi non si sa a chi andrà la competenza della prosecuzione dell’opera”. “Un’opera che – prosegue il consigliere – leggo testualmente dalla relazione della Corte, ‘non risponde ai canoni di una efficiente programmazione e contrasta, pertanto, con il canone di buon andamento dell’agire amministrativo’. Mi sa che qualcuno, dalle parti di Palazzo Balbi, deve iniziare a preparare l’ennesimo bel discorso con cui infinocchiare i veneti. Ma questo fallimento non glielo perdoneranno, è la Waterloo politica di Zaia”.