Medicina di gruppo inntegrata, Cunegato: “Servono gruppi più piccoli”

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Due gruppi di medicina integrata composti complessivamente da un trentina di medici, ai quali ci si può rivolgere chiamando un call center unico e impersonale e tutti con sede alla Casa della Salute di Schio (ex ospedale del Lellis): chi risponde è in grado di avere un rapporto personale col paziente, conoscere le sue necessità e gestire l’agenda secondo i loro bisogni? La domanda se la pone Carlo Cunegato, consigliere di minoranza di Tessiamo Schio, e la gira con una interrogazione a risposta orale al sindaco Valter Orsi.

“Nelle Ulss del Veneto solitamente nascono gruppi ristretti di medici ognuno dei quali ha un’infermiera e una segretaria. Questo – sottolinea Cunegato – garantisce una prossimità relazionale che è indispensabile per fornire un servizio di qualità. Questi numeri consentono infatti ai medici di conoscere i pazienti e alla segretaria di gestire l’agenda in relazione alle esigenze della persona, della quale si conoscono le patologie e le problematiche. Inoltre la presenza dell’infermiera diventa preziosa, perché l’affiatamento con i medici e la presenza migliorano il servizio”.

“Questi due gruppi di medicina integrata – continua il consigliere di minoranza -, voglio sottolinearlo, sono in ogni caso un passo avanti. Tuttavia essi sono costituiti da un numero troppo grande di medici ed hanno entrambi come sede la Casa della Salute. Inoltre al posto di una segretaria per ogni gruppo si è istituito un call center unico. Questo significa che gli operatori non possono conoscere i pazienti. E’ insomma una risposta buona dal punto di vista amministrativo, ma pessima dal punto di vista sanitario. Inoltre l’infermiera ha un ambulatorio a sé e il medico, invece di lavorare a stretto contatto come nei piccoli gruppi, si limita ad inviare i pazienti con un’impegnativa”.

Partiti in maniera sperimentale alcuni anni prima, i gruppi di medicina integrata dal 2015 sono stati previsti dalla Regione con un contratto di esercizio. Si tratta di aggregazioni di medici di famiglia che possono così garantire un servizio per 12 ore al giorno: tale ampiezza di apertura con la presenza di medico e infermiere è infatti una delle condizioni irrinunciabili per il suo riconoscimento dalla Regione. “Sia la funzione di segreteria, sostituita dal call center, sia il personale infermieristico per i due casi di Schio sono organizzati invece direttamente dalla nostra Ulss. Per la maggior parte dei gruppi sono invece i medici stessi ad organizzare le due attività. Questo sta comportando difficoltà e un forte rallentamento nel raggiungere le caratteristiche previste dalla normativa, con il risultato che a tutt’oggi nessun gruppo è riconosciuto dalla Regione, con perdita dei relativi finanziamenti regionali” sottolinea Cunegato.

L’esponente di Tessiamo Schio si tiene alla larga da intenti polemici e ribadisce che quanto fatto sinora è comunque un passo avanti, “ma il nostro obiettivo è aprire un dibattito costruttivo nel territorio. Riteniamo infatti che la medicina integrata in piccoli gruppi di medici, con una segretaria e un’infermiera consenta un rapporto più individualizzato con il paziente e una diffusione più capillare nei quartieri, elemento non trascurabile visto che il fruitore medio è un anziano che può avere delle difficoltà negli spostamenti”.

“Per questo chiedo al sindaco cosa pensa di fare visto che in questo momento la nostra Ulss ha presentato domanda per nove gruppi di medicina integrata, ma nessuno di essi ha ancora ottenuto lo status richiesto, con relativa perdita dei finanziamenti. Vorrei sapere se è d’accordo sul fatto che affidarsi a un call center sia meno efficace e più spersonalizzante. Infine vorrei sapere cosa intende fare la nostra amministrazione per favorire il modello dei piccoli gruppi distribuiti nei quartieri, al fine di garantire un servizio più umano e di qualità”.