Giovane “capriola” amica di studenti e prof trova “vitto e alloggio” all’Istituto Agrario

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La giovane femmina di capriolo passeggia tra i campi eterni all'istituto

Un po’ per tutti, da quelle parti, è la “capriola“. Da intendersi come esemplare femmina di un animale selvatico tanto placido quanto agile e scattante che non ha bisogno di acrobazie – capriole appunto – per farsi ammirare e apprezzare, e trovare così ben più che una mera “accoglienza” nei terreni intorno all’Istituto Agrario Parolini di Bassano del Grappa. In pratica, è diventato da qualche tempo il suo nuovo habitat ideale, o comfort zone se si preferisce, limitando a qualche escursione il ritorno nelle colline e nei boschi intorno.

Sarà per le verdure fresche che crescono negli orti curati anche dagli studenti della scuola superiore, insieme ai loro bravi docenti, e ormai anche perché la giovane ungulata ormai presenza fissa si è abituata alla vicinanza degli umani, in particolare a quelli che hanno più a cuore la fauna locale, diventando la mascotte del “Parolini” oramai da un paio d’anni.

Attraverso un post pubblicato sulla “bacheca” virtuale dell’istituto, curioso e originale e corredato da immagini dell’ospite a quattro zampe tanto caro a prof e studenti che la incontrano quasi da vicino nelle ore di scuola, viene così certificato il girovagare intorno all’edificio della special guest direttamente dal reparto “natura”. Ponendo l’attenzione su come il rapporto con l’uomo possa essere di prossimità, sempre cercando di rispettare e non forzare l’indole degli animali selvatici come questa femmina di capriolo, del tutto innocua per l’uomo – un po’ meno per i vegetali di cui si nutre – e abituata a superare la diffidenza. “Per la maggior parte di noi è una cosa straordinaria e divertente – si legge nel post – , ma la sua eccessiva confidenza la pone fuori dalla normalità di selvatico, e sta diventando una responsabilità”.

Curioso, si diceva, e anche di spirito il messaggio di contorno che accompagna le immagini della capriola curiosa e bonariamente famelica che fa tappa quasi quotidianamente nella campagna bassanese, trovando sempre la “tavola imbandita”. Senza creare chissà che problemi alla colture, trattandosi dell’unico animale a presentarsi assiduamente “a sbafo” a quanto pare, per servirsi in modalità self-service del lavoro dei “paroliniani”. Probabilmente la furba e golosa amica sa mantenere il segreto, per garantirsi la pancia sempre piena, dimostrando con i fatti la bontà dei prodotti della terra coltivati in loco.

“Da tempo il Parolini ha scelto di stare dalla parte della sostenibilità – scrive un professore dell’istituto sulla pagina Facebook -. Ha scelto la sfida della coltivazione biologica. Non ne abbiamo mai fatto mistero, anzi consideriamo la scelta il nostro marchio di fabbrica. Ma non pensavamo che la voce si spandesse così efficacemente da bucare la comunicazione intraspecifica per diffondersi all’interno dei taxa (ndr significa gruppi di esseri viventi) meno attesi. Ma è così, e la capriola che da un paio d’anni soggiorna, vitto e alloggio, all’interno della nostra polimorfa azienda ne è la testimonianza più tangibile. Non è la sola – aggiunge lo scrivente – ad approfittare di un po’ di terra buona”.

E infine, il calce all’annuncio, ecco l’augurio che la primavera porti in dono qualche nuovo arrivo, un fiocco “verde” magari, visto che da queste parti aveva lasciato le tracce anche un capriolo, stavolta maschio, probabilmente attirato meno dalle verdure e più dall’istinto innato per la riproduzione della specie.