Partita degli Scacchi, attesa finita. Al via oggi la storica manifestazione

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Foto Sergio Sartori

E’ finalmente giunta l’ora della celeberrima partita degli scacchi viventi a Marostica. La meravigliosa città castellana questo fine settimana sarà infatti sede della nota e amata sfida a scacchi, con le pedine rappresentate da personaggi in carne ed ossa. La partita si svolge infatti solamente negli anni pari, nel secondo fine settimana di settembre, e attrae ad ogni edizione decine di migliaia di appassionati.

La storia della partita a scacchi, che si gioca ininterrottamente dal 1923, affonda nelle radici quattrocentesche della città. Lasciamo la descrizione della sua storia a quanto riportato dal sito ufficiale dell’evento, apprezzatissimo in tutto il mondo.

Nel lontano 1454, quando Marostica era una delle fedelissime della Repubblica di Venezia ed il suo governo era retto da un podestà nominato direttamente dalla città di S. Marco. Si narra che proprio in quell’anno due valorosi guerrieri, Rinaldo D’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono perdutamente della bella Lionora, figlia del Castellano Taddeo Parisio, e per la sua mano si sfidarono a duello, come era di costume di quei tempi. Taddeo Parisio, che non voleva perdere nessuno dei due valenti giovani, impedì il cruento scontro rifacendosi a un editto di Cangrande della Scala di Verona, emanato poco dopo la tragica vicenda di Giulietta e Romeo, e confermato e aggravato dal Serenissimo Doge. Decise quindi che Lionora sarebbe andata in sposa a quello tra i due rivali che avesse vinto la partita al nobile gioco degli scacchi; lo sconfitto sarebbe divenuto ugualmente suo parente, sposando Oldrada, sua sorella minore, ancora giovane e bella. L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da basso, con pezzi grandi e vivi, armati e segnati delle insegne di bianco e di nero, secondo le antichissime regole imposte dalla nobile arte, alla presenza del Castellano, della sua affascinante figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili delle città vicino e di tutto il popolo. Decise anche che la sfida sarebbe stata onorata da una mostra in campo di uomini d’arte, fanti e cavalieri, fuochi e luminarie, ballerine, suoni e danze.
E così avvenne. Sfilarono arcieri e alabardieri, fanti schiavoni e cavalieri, il Castellano e la sua corte con Lionora e Oldarda, la fedele nutrice, dame, gentiluomini, l’araldo, il comandante degli armati, falconieri, paggi e damigelle, vessilliferi, musici e borghigiani, e poi ancora i meravigliosi pezzi bianche e neri con re e regine, torri e cavalieri, alfieri e pedoni. Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara ordinarono le mosse ed al termine della disfida un tripudio di fuochi, luci e grida festose salutarono il vincitore.
Lionora, trepidante perché segretamente innamorata di uno dei due, aveva ,con discrezione, fatto sapere al contado che il Castello da basso sarebbe stato illuminato di candida luce qualora la vittoria fosse stata conquistata dal cavaliere che faceva battere il suo cuore, affinché tutti potessero partecipare alla sua gioia.
Oggi come allora l’emozione si rinnova, in una fastosa cornice di costumi preziosi e di gonfaloni, affascinanti dame ed intrepidi cavalieri, scherzosi zanni, giocolieri e sputafuoco, rinnovando negli animi il sapore antico di una appassionante storia d’amore.

Ispirandosi a questa tradizione, ancora oggi i comandi alle pedine vengono date in lingua veneta, con oltre 550 figuranti vestiti in costume medioevale: cavalli, armati, sbandieratori, guitti e sputafuoco, dame e gentiluomini. I personaggi partecipano alle quattro partite che si tengono nel fine settimana: la prima stasera alle 21, la seconda domani alla stessa ora, la terza domenica alle 17 e l’ultima alle 21. Ad ogni partita possono assistere massimo 3600 persone nelle tribune sistemate attorno alla Piazza degli Scacchi, sulla quale svetta il Castello Inferiore di Marostica.