Dichiarato morto il neonato scosso dalla madre. Donati gli organi

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Una sala di terapia intensiva pediatrica (archivio)

La morte cerebrale del bimbo di 5 mesi ricoverato all’ospedale di Padova da una settimana, in seguito a un raptus della madre che lo avrebbe scrollato con violenza, è stata dichiarata nelle scorse ore da un’èquipe di medici specialisti. Una triste quanto drammatica notizia che era stata di fatto anticipata dai bollettini clinici degli ultimi giorni, i quali non lasciavano più spiragli di speranze di salvezza per l’infante, il cui nome è stato mantenuto sotto stretto riserbo. Il piccolo si trova nel reparto di Pediatria del nosocomio patavino, dove era stato ricoverato in regime di terapia intensiva: qui la commissione medica ha emesso l’inesorabile verdetto, concedendo il via libera all’espianto degli organi, in seguito autorizzato formalmente dalla Procura. Troppo profondi i danni neurologici, di fronte a cui i migliori specialisti contattati non hanno potuto che arrendersi.

Al lutto che in queste ore ha colpito la giovane famiglia di Mestrino in seguito ai tragici fatti del 23 dicembre scorso, con la madre vicentina originaria di Casoni di Mussolente, nel Bassanese, si associa quello di più comunità nelle due province. Tante le persone, non solo conoscenti diretti dei genitori, che hanno trascorso le festività con il fiato sospeso in attesa di notizie rinfrancanti, purtroppo mai giunte, e che hanno dedicato intime preghiere allo sfortunato bimbo, la cui vita è stata tale per appena cinque mesi.

Toccherà ai magistrati, ora, sulla scorta delle indagini dei carabinieri, accertare i dettagli di quei momenti concitati, rivelatisi fatali: la donna, che stava passando uno stato di disagio, sembra intendesse scuotere il bimbo in preda al pianto per calmarlo, almeno secondo quanto avrebbe dichiarato alle forze dell’ordine, versione diffusa agli organi di stampa. Un gesto incontrollato, con conseguenze inimmaginabili, terribili, per una mamma premurosa probabilmente caduta in uno stato di stress psicofisico in quella fase. Un dolore straziante quello della donna, 29 anni di età, che necessiterà di cure adeguate e supporto qualificato per essere, nella misura di quanto possibile almeno, superato.

Il capo d’accusa nei suoi confronti, in seguito all’aggiornamento clinico e all’ufficializzazione della morte cerebrale, muterà da lesioni gravi a omicidio. Se di natura preterintenzionale o colposa saranno i giudici preposti a determinarlo.