Pfas anche nelle acque di Bassano: le opposizioni si attivano, l’Ulss 7 rassicura


Non solo Creazzo, il timore di Pfas nell’acqua attecchisce anche nel bassanese. Nei giorni scorsi, infatti, sono state diffuse alcune analisi indipendenti curate dall’Osservatorio bassanese sui Pfas, relative allo stato dell’acqua di alcuni pozzi situati a Bassano del Grappa e su 17 campioni di acqua, 12 hanno superato la soglia di 100 nanogrammi per litro, con picchi di oltre 300.E se durante l’estate il problema era stato rilevato dalle analisi di privati cittadini nelle acque superficiali di San Michele, ora riguarderebbe anche Santa Croce. L’europarlamentare di Europa Verde Cristina Guarda ha presentato una richiesta di accesso agli atti dell’Ulss 7 Pedemontana, Etra e Arpav chiedendo i rapporti di prova degli ultimi due anni. Il consigliere regionale bassanese, sempre dei Verdi, è andato invece dai carabinieri e ha presentato un esposto.
Chiara Luisetto, consigliera regionale del Pd, intanto ieri mattina ho presentato un’interrogazione sulle tracce di inquinamento da Pfas rilevato in alcuni pozzi di Bassano e di Creazzo, sebbene la legislatura sia ormai in scadenza. “In questa fase della legislatura – spiega – è ancora possibile discutere gli atti presentati in Consiglio. Questo è un tema prioritario per la salute dei cittadini. La Regione dia una risposta immediata sullo stato del possibile inquinamento delle aree in cui sono state effettuate le rilevazioni e nelle zone circostanti”.
La stessa Etra ha svolto alcune rilevazioni che dimostrano come vi siano tracce di Pfas, sotto soglia rispetto alla normativa vigente, ma comunque presenti in quantità da attenzionare. “Situazione altrettanto preoccupante sembra essere stata rilevata in zona Creazzo – aggiunge Luisetto – dove tre campioni su quattro hanno registrato valori particolarmente elevati. Non si tratta di fare facile allarmismo, ma di non sottovalutare potenziali rischi per la salute di fronte ai quali il principio di prudenza deve essere sempre prioritario. I Pfas sono sostanze indistruttibili e per questo definite ‘inquinanti eterni’, cancerogene e con effetti pesanti sulla salute, poiché entrano altresì facilmente nella catena alimentare. È necessario dare risposte immediate e fare chiarezza”.
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Le rassicurazioni dell’Ulss 7 Pedemontana
A stretto giro di posta è arrivata la risposta dall’Ulss 7: tutti gli esami effettuati hanno evidenziato il pieno rispetto dei limiti previsti sia chimici che microbiologici. Non c’è insomma alcun motivo di allarme, per quanto riguarda l’acqua dell’acquedotto di Bassano del Grappa: è quanto emerge dai test fatti dal Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’Ulss Pedemontana, con ripetuti prelievi che sono previsti dalla norma e hanno sempre evidenziato il pieno rispetto dei parametri di legge sia per quanto riguarda i valori chimici, sia quelli microbiologici.
“Le verifiche vengono effettuate con cadenza periodica sulla base delle normative di legge – spiega Antonio Stano, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 7 – e non hanno mai rilevato anomalie, nemmeno per quanto riguarda i pozzi nell’area di Santa Croce che è stata posta recentemente all’attenzione dell’opinione pubblica. È vero infatti che è stata rilevata la presenza di Pfas, ma sempre ampiamente al di sotto dei limiti di legge, che prevede una concentrazione massima di 100 microgrammi per litro. Vorrei ricordare inoltre che ulteriori controlli vengono fatti in modo indipendente anche da Etra e da Arpav. Vi è dunque un sistema di monitoraggio costante, capillare e svolto da più enti”. “Come azienda socio-sanitaria – commenta il direttore generale Carlo Bramezza – riteniamo doveroso sgombrare il campo da inutili allarmismi. L’acqua dell’acquedotto di Bassano del Grappa è assolutamente sicura anche rispetto alla presenza di Pfas. I cittadini devono sapere che i controlli ci sono, costanti e rigorosi, e devono fidarsi degli organismi che, sulla base di evidenze scientifiche, hanno fissato i limiti di concentrazione”.
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