L’amaro addio a Francesca, giovane scrittrice di 26 anni testimone della lotta alla fibrosi cistica

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Una bella immagine di Francesca insieme a un cagnolino, da cui è tratta la foto del triste annuncio (da Fb)

Si era armata anche di penna e un foglio bianco Francesca Rossi, giovane del Bassanese, per combattere una lotta impari contro la malattia. Con tenacia e convinzione, e senza mai rinunciare a vivere o nascondere la propria condizione. Concludendo con successo gli studi di liceo al “Brocchi” e laureandosi a Padova in Scienze della Formazione. Un traguardo raggiunto, non l’unico: era diventata a tutti gli effetti una giovane scrittrice con un libro già edito e un altro in uscita, nonostante le sue aspettative di vita, a causa della fibrosi cistica e delle conseguenze a lungo andare devastanti per alcuni organi vitali, si fossero ridotte negli ultimi mesi.

Francesca, infatti, si è spenta prima dell’alba di ieri, a soli 26 anni di età, nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Padova dove era assistita da qualche giorno in seguito al peggioramento delle sue condizioni generali di salute. Nella sua casa di Romano d’Ezzelino, purtroppo, non è più tornata più, lasciando un doloroso vuoto che coinvolge non solo la famiglia e gli amici con cui era cresciuta ma anche quanti, a Bassano e dintorni, hanno conosciuto a fondo e seguito la sua storia personale, anche sfogliando le pagine della prima opera, intitolata “Il ricordo di una vita”, edito nel 2017, un racconto originale racchiuso in una cinquantina di pagine.

Ad annunciare il triste epilogo della vita della figlia sono stati i genitori Susan e Alessandro, che come Francesca non hanno mai mollato nella sfida quotidiana al destino, cercando di rendere meno grave il peso sulle spalle di lei e valorizzare ogni frammento positivo e di normalità che la malattia gli concedeva. La fibrosi cistica che, in ambito clinico, qualcuno nel secolo scorso aveva definito come “malattia invisibile” per i sintomi non facilmente individuabili nelle avvisaglie, al contrario di quanto comportano le conseguenze di un morbo di origine genetica che costringe ad un supporto meccanico alla respirazione. Spesso con una bombola d’ossigeno portatile al seguito.

Un ostacolo, un muro, un freno, affrontati caparbiamente a testa alta e continuando a proseguire il cammino, offrendo insieme la testimonianza di una ragazza coraggiosa che non si è mai fermata, continuando a sognare e realizzare obiettivi fino a quando ha potuto. L’addio terreno alla salma della 26enne sarà dato martedì prossimo, 20 aprile, al mattino. Mentre a Francesca il cuore di ciascuno che l’amava conserverà uno spazio luminoso in cui rimanere sempre presente. Alle 10.30 il feretro giungerà da Padova alla chiesa parrocchiale di San Giacomo a Romano d’Ezzelino.

Francesca Rossi intervistata durante un evento pubblico in cui ha presentato il suo primo libro

Una famiglia molto conosciuta quella di Francesca Rossi, visto che i genitori gestiscono un locale storico a Bassano del Grappa, a due passi dai Giardino Parolini. Porteranno avanti l’uscita della seconda opera della figlia, a breve, che la scrittrice vicentina aveva curato in ogni dettaglio, come sempre d’altronde: riversando sulle pagine ideali emozioni, pensieri, sogni e sentimenti portando a compimento un desiderio frutto della sua passione per le parole. In tempi di pandemia, agli esordi dei primi casi di Covid e del successivo lockdown, era stata lei a incoraggiare gli amici, abituata come era già per le proprie condizioni a tante precauzioni sul piano fisico – “I guanti, il metro di distanza sono la mia normalità” scriveva non a caso a metà marzo – ma anche a cogliere il “bello” che rimane in ogni situazione, anche la più critica.

Ecco un passaggio di un suo messaggio condiviso dalla sua pagine in quell’occasione. Un insegnamento per tutti. “Questa mattina mi sono svegliata e la situazione era la stessa, solo che è l’Italia intera ad essere in quarantena! So quanto sia difficile e quanta forza ci vuole per superare questo momento, dobbiamo stringere i denti, nell’aria c’è odore di paura, ma spero si trasformi presto in profumo di speranza! Fino a qualche giorno fa il tempo passava anche troppo in fretta, ora sembra eterno. Se la guardiamo sotto un punto di vista positivo, la vita ci sta donando del tempo per noi stessi: non sprechiamolo! Usiamolo per scoprire di nuovo i veri semplici piaceri della vita! Riscoprite voi stessi e vedrete quanto belli siete! Alimentate ogni attimo con la voglia e il desiderio di rivedere e poter abbracciare di nuovo le persone che vi fanno stare bene; vi assicuro che quando la gioia sarà tale da farvi dimenticare tutto il tempo che avete passato a distanza! Oggi faccio gli auguri, oltre che a me, a tutti voi augurandoci di riscoprire la bellezza che sta nelle piccole cose, nei sorrisi sinceri e nei piccoli dettagli al fine che ognuno di noi possa ricordarsi di quanto sia infinitamente bella la vita”.

La copertina del racconto