Facevano razzie nelle abitazioni, presi dopo un inseguimento a 150 allora

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Razziavano le case del Bassanese e della Valbrenta, spingendosi fino al Bellunese, portandosi via di tutto: in auto i carabinieri del nucleo Radiomobile di Bassano, quando li hanno fermati, hanno trovato sacchi di pellet, gioielli, carne congelata, uno stereo e persino un tubo della stufa. Ora però, grazie a una favorevole sinergia fra segnalazioni dei cittadini, sistemi di controllo tecnologici e azione tenace dei militari dell’Arma la banda è stata assicurata alla giustizia e numerosa refurtiva è stata ritrovata.

Tre i fermati nell’operazione che ha consentito di sgominare la banda, composta tutta da sinti: Mario Cari, 34enne nato a Thiene e residente a Solagna; Gionni Kari, 27enne nato a San Daniele del Friulie residente a Trieste; e Marinella Hudorovic, 26 anni, nata a Trescore Balneare (Bergamo) e residente a Velo d’Astico. Tutti e tre hanno precedenti per reati contro il patrimonio. Con loro, è stato denunciato anche un minorenne: D.K., di 17 anni, nato a San Daniele del Friuli e residente a Trieste. I quattro sono di fatto senza fissa dimora. Il giudice per le indagini preliminari ha già convalidato gli arresti dei tre maggiorenni: i due Kari sono agli arresti domiciliari, mentre la Hudorovic ha l’obbligo di dimora a Monselice.

L’operazione ha avuto inizio dalle segnalazioni di cittadini del bassanese, che descrivevano  una Renault Megane station wagon nei dintorni delle case prese di mira con furti. Grazie ad un attento esame dei circuiti di videosorveglianza in tutto il bassanese è stato possibile risalire in modo preciso all’auto circa una settimana fa: i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Bassano hanno a quel punto dato il via ad una ricerca serrata dell’automezzo, risultato fra l’altro privo di assicurazione.

Nel pomeriggio di sabato la svolta: l’auto viene segnalata da uno dei nuovi elementi Targasystem installati in Valbrenta e i militari guidati dal capitano Fabio Adriano Castellari si sono messi quindi sulle tracce della vettura, cingendo a cerchio la zona della segnalazione con numerose auto di servizio e non. L’azione si è rivelata fruttosa perché la Megane è stata individuata intorno alle 17,50. Sentendosi braccati, i quattro occupanti del mezzo hanno iniziato una fuga a folle velocità (oltre i 150 chilometri orari) lungo la strada statale Valsugana, spegnendo anche i fari nella speranza di distanziare i carabinieri. Non hanno però messo in conto le altre pattuglie che li stavano raggiungendo e quando queste hanno sbarrato loro la fuga nel centro di Valstagna, non hanno avuto più scampo e sono stati catturati, permettendo così di garantire la sicurezza anche agli altri automobilisti.

I quattro sono quindi stati condotti in caserma ed accuratamente perquisiti: tutti, ad eccezione del minorenne, nascondevano addosso il bottino frutto dei furti, in particolare ori e gioielli. Sull’auto invece sono stati recuperati attrezzi da scasso, guanti, torce, uno stereo, carne congelata, un tubo da stufa, sacchi di pellet ed altro, tutto provento di razzie nelle abitazioni. Grazie alla sinergia con i carabinieri di Belluno si è poi scoperto che avevano commesso almeno due furti ad Arsié e Fonzaso: le vittime hanno raggiunto la caserma bassanese dei carabinieri per recuperare gli oggetti di loro proprietà. Stamane, infine, i militari dell’Arma sono riusciti a ricondurre alla banda anche un furto di carne congelata, che era avvenuto a Primiero – San Martino di Castrozza.

Le modalità di cattura, la pericolosità dei soggetti e la loro abitualità a delinquere, oltre al fatto di essere già risaliti ai legittimi proprietari della refurtiva, ha consentito ai carabinieri di sottoporre i tre maggiorenni alla procedura del cosiddetto “fermo di iniziativa” e di denunciare il minore (che di fatto non aveva niente indosso): Mario Cari e Gionni Kari sono stati tradotti alla Casa Circondariale di Vicenza, mentre Marinella Hudorovic è stata consegnata alla Casa Circondariale di Verona Montorio. Oggi poi la convalida del fermo e la decisione del giudice di porre i due uomini ai domiciliari e la donna in obbligo di dimora.

“Anche questa volta – sottolinea il comandante Castellari – i carabinieri hanno dimostrano attenzione nell’esaltare anche la più piccola segnalazione del cittadino: uno sprone per rivolgersi sempre tramite i canali ufficiali, ossia telefono, numero di emergenza e comandi dell’Arma sul territorio, invece di lanciare elementi tramite ad esempio i social network, che non possono fornire risposte adeguate a questo tipo di problemi”.