Una semplice buona azione: ritrovarsi tra amici sull’argine del Brenta. Per pulirlo dai rifiuti

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Il "frutto" del raccolto di domenica scorsa intorno all'argine del Brenta

Una caccia al “tesoro” lungo il corso del Brenta con in premio tre ore e mezza immersi nella natura a due passi da casa, una tonificante camminata e la consapevolezza di aver compiuto una buona azione. Nata per scherzo, da un invito social lanciato da un quarantenne di Cartigliano con lo spirito ambientalista nel dna, e raccolto da tre amiche che si sono volentieri aggregate. Il risultato? Tre sacchi gonfi di rifiuti raccolti intorno all’alveo del fiume e sull’argine, tra sassi e sterpaglie, oltre a un gustoso panino in compagnia. E pure un pallone da calcio “sano e salvo” e tre lattine di birra. Piene.

La genesi della buona azione nasce la scorsa settimana, da un post ispirato dalla voglia genuina di passare la domenica all’aria aperta. Abbinandola, magari, al pollice verde. Non si tratta, stavolta, di una delle giornate ecologiche periodiche, ma di un’iniziativa autonoma da parte di gente del posto. “Sono nato e cresciuto a Cartigliano andando a zonzo intorno al Brenta quando ero bambino – racconta Igor, il promotore -, io di mio quando vado a farmi una camminata mi porto spesso una sportina perchè sono un ambientalista convinto e non sopporto vedere tutta quella plastica sparsa deturpare il paesaggio. Ho voluto per così dire lanciare una provocazione, raccolta da tre amiche”. Di cui una di Bassano del Grappa, che così ha scoperto una porzione di natura fuori porta.

Come mai solo donne a raccogliere l’appello? “Probabilmente perchè il genere femminile ha un pizzico di sensibilità in più, ma magari è solo un caso o una questione di pigrizia”. Ecco che i quattro si ritrovano ne parcheggio della zona industriale, con Igor a fare da guida dirigendosi verso il parco del Brenta e le basse di Cartigliano. Appena dieci minuti di camminata e spuntano già i primi rifiuti. Pezzi di plastica assortiti, lattine e bottiglie in abbondanza. Lo “scandaglio” in superficie procede, regalando agli esploratori armati di sacchi e bastoni anche un pallone seminuovo che galleggiava nell’acqua e palline di tennis.

Tre ore e mezza scorrono veloci, spensierate, poi la fatica si fa sentire. “Il momento top della giornata? Un paninetto al volo – racconta Igor – mangiato insieme a mezzogiorno e mezzo seduti sopra un tronco in riva al Brenta. Il flop, invece, trasportare i sacchi pesanti, la quantità di materiale raccolto ci ha un po’ spiazzato”. Sul social più in voga fra gli adulti, Facebook, si sono sprecati i complimenti ai quattro moschettieri del pulito armati di bastone appuntito al posto della spada. “Bravo chi raccoglie ma ancora più bravo è chi non getta nulla per terra. Lo strumento dei social network è importante e utile, non per mettersi in mostra ma per sensibilizzare chiunque a prendere l’iniziativa e a rispettare l’ambiente”.

Un’esperienza da ripetere, con chicchessia a promuoverla in autonomia e ripetibile in ogni angolo della provincia e della natura quotidiana. “Gradualmente in questa zona si sta ripristinando l’ambiente naturale – conclude -, mentre tanti anni fa alcune aree del Brenta erano una discarica a cielo aperto, a causa di industrie conciarie. A Cartigliano e dintorni ogni cittadino deve rendersi conto che un comune, in più piccolo come il nostro, non può star dietro a tutto. Per chi come noi è cresciuto giocando tra campi, alberi e siepi intorno all’argine ha senso spendere un pizzico di tempo, anche per fare in modo che altri ragazzini come eravamo noi possa giocare e divertirsi in queste zone imparando ad apprezzarle”.