Sonda è morto in ospedale. L’ex campione di ciclismo non è sopravvissuto all’incidente in scooter

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Dario Sonda in gara nel 2009 con la maglia azzurra su pista

Un giovane padre di soli 31 anni di Cassola, noto negli ambienti sportivi del ciclismo e del rally, è deceduto ieri al San Bortolo di Vicenza dove era stato ricoverato d’urgenza per le sue condizioni critiche nella notte tra venerdì e sabato, in seguito a un incidente stradale. Sin dal trasporto in codice rosso nell’ospedale berico era stato dichiarato in pericolo di vita, in seguito ai traumi multipli – a livello cerebrale – riportati all’impatto con una Bmw. Troppo gravi le lesioni riportate da Dario Sonda, nel 2009 campione mondiale juniores su pista nella specialità dello scratch, travolto dall’auto nella serata del 29 aprile mentre in sella ad uno scooter si stava recando sul posto di lavoro a Romano d’Ezzelino, poco dopo essere partito dalla sua abitazione, che condivide con la moglie e due bimbi in tenera età.

Lo scontro si è verificato nel territorio comunale di Cassola, nella frazione San Giuseppe, suo comune di residenza. Sonda si stava recando come d’abitudine alla Special Springs, nel paese vicino, per il turno di notte come operaio. Un’azienda storica della zona specializzata nella produzione industriale di molle e minuteria in metallo, rimasta profondamente colpita da un lutto che ha lasciato con il groppo in gola colleghi e dirigenti.

Secondo le prime indicazione in base ai rilievi dei carabinieri, lo scooter Piaggio Vespa su cui viaggiava l’ex ciclista sarebbe stato investito dalla vetture mentre quest’ultima stava svoltando da via Portile verso una strada laterale. I due veicoli marciavano su carreggiate opposte. A bordo della Bmw un uomo – F.B. le iniziali, bassanese – rimasto illeso e che ha subito soccorso lo sfortunato 31enne rimasto sull’asfalto dopo lo sbalzo dalla sella del suo ciclomotore. Si aggrava la posizione dell’automobilista alla luce della morte di Sonda: sarà aperta un’inchiesta con ipotesi di reato di omicidio stradale.

Una volta sul posto i soccorsi del 118 hanno agito con massima tempestività, trasportando il ferito inizialmente al più vicino polo di pronto soccorso del San Bassiano, per poi decidere il trasferimento urgente al San Bortolo nel capoluogo berico. Si tratta del polo medico punto di riferimento, infatti, per pazienti colpiti da traumi cerebrali. Gli specialisti del reparto che lo hanno accolto, però, sono riusciti a tenerlo in vita solo per poche ore: le lesioni profonde riportate nell’incidente avevano già segnato il duro destino del giovane di Cassola e della sua famiglia d’origine e quella formata con Giulia, la sua compagna, che solo poco più di una anno fa ha dato alla luce la loro secondogenita, dopo la nascita del primo bimbo nell’estate del 2019. Sonda, nato a Padova, era comunque cresciuto nel Bassanese.

Dario dopo una corsa di rally (a destra)

Sconvolto il mondo del ciclismo italiano, nonostante Dario si fosse ritirato dalle scene da ormai una decina d’anni, poco meno che ventenne. A livello giovanile il ciclista bassanese dal fisico possente era considerato una atleta di sicuro avvenire, una vera promessa, tanto da fare incetta di medaglie in Italia – campione nazionale su pista in più specialità dell’ovale – e internazionale, con un argento agli Europei e la la vittoria iridata tra gli Juniores.

Correva anche su strada, con un palmares di cinque vittorie tra i debuttanti nella categoria Under 23, prima di decidere di chiudere con i pedali. Di recente, si era avvicinato al mondo dei motori e del Rally, trovando nuovi stimoli tanto da rimettersi in gioco da sportivo come pilota con determinazione. Era anche un appassionato di modo e un “vespista”.

Un’immagine di un giovanissimo Dario Sonda al debutto ne ciclismo Under 23