Marchi contraffatti in laboratorio irregolare: su borse e perfino su mascherine di stoffa

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Sigilli della GdF alle macchine da cucire elettriche in dotazione al laboratorio gestito da un cinese (archivio)

Operazione mirata al contrasto dell’abusivismo commerciale e alla tutela della proprietà intellettuale quella portata a termine dalla Guardia di Finanza di Bassano, che ha posto i sigilli sui macchinari da ricamo di un laboratorio irregolare. Dispositivi e tessuti vari che producevano oggetti di sartoria, tra cui borse da donna e mascherine in tela per il viso contraffatte cucendo marchi di abbigliamento di alta moda come Dior, Gucci, Louis Vuitton ed Elisabetta Franchi.

Il tutto in uno scantinato piuttosto angusto ricavato in uno stabile della città bassanese e intestato a un uomo di nazionalità cinese, ora denunciato alla Procura di Vicenza. Un piccolo laboratorio per dimensioni, ma che produceva un’ingente mole di accessori di moda del tutto “fuori norma” vista la quantità di materie prime ritrovate e di conseguenza subito tolte dalla disponibilità del proprietario.

Il sequestro di materiale conta complessivamente 31 rotoli e 605 scampoli di tessuti di sartoria, 26 borse e una quantità imprecisata di dispositivi di stoffa per la protezione delle vie aeree, oltre a 5 macchinari elettrici per la cucitura, utilizzati per il confezionamento. Si tratta nel dettaglio di una ditta individuale, gestita da un cittadino nato in Cina e residente a Bassano del Grappa, in qualche modo collegata a una società in accomandita semplice le cui redini risultano invece in mano a un italiano operante nel campo della raccolta rifiuti e altri materiali di recupero.

Nella disponibilità di quest’ultimo, risultata azienda fornitrice almeno sulla carta, sono stati rinvenuti altri 71 scampoli di accessori di griffe sopracitate identici a quelli già oggetto di sequestro nel laboratorio cinese già sotto sigilli. I finanzieri bassanesi hanno così sottoposto a sequestro probatorio ulteriori 534 scampoli e 31 rotoli con possibili marchi griffati prodotti illecitamente.

La “conta” e la verifica degli accessori e dei capi

Il fascicolo di indagine è stato chiuso in questi giorni con il titolare della ditta individuale – il cinese – denunciato per le condotte di contraffazione/uso di marchi protetti da titoli di proprietà industriale (art. 473 del Codice Penale) e il rappresentante legale della società in accomandita semplice – l’italiano – è stato denunciato per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474) e di ricettazione (art. 648), oltre a varie sanzioni di natura amministrativa.