Droga sotto i castelli: arrestata una coppia che spacciava ai ragazzi. Grazie a i genitori

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Sul tavolo dei carabinieri di Marostica il materiale sequestrato

Alcuni genitori preoccupati allertano i carabinieri di Marostica che a loro volta individuano i presunti spacciatori di stupefacenti, hashish e marijuana. I militari sono risaliti in breve tempo a una coppia, marito e moglie di 32 anni lui e 44 anni lei, domiciliati nella vicina Mason Vicentino dove è stata scoperta una serra abusiva, arrestando ieri i due coniugi dopo alcuni giorni di osservazioni mirate. Si tratta di C.E., originario di Noventa, e M.M., donna proveniente da Bolzano Vicentino. I due, secondo le note informative giunte alla stazione della città degli scacchi, sono accusati di detenzione di droga ai fini dello spaccio.

Attenti e determinati i carabinieri locali, informati da più genitori recatisi in caserma per confidare ai rappresentanti dell’Arma le loro preoccupazioni riguardo ai figli, evidentemente “pescati” con le sostanze illecite o sotto gli effetti dello sballo, alcuni dei quali minorenni. Tante le segnalazioni pervenute, grazie alle quali i militari hanno avviato il filone di indagini che ha portato all’individuazione e alla cattura dei due sospettati che rifornivano decine di giovani e teenager del Marosticense.

Dopo aver individuato l’abitazione adibita a “piazza di spaccio” e notato il viavai di gente all’ingresso dove sarebbero avvenuti parte degli scambi, ieri è scattato l’astuto blitz dopo aver notato i due soggetti consumare stupefacenti sull’argine del fiume Brenta. A seguire la perquisizione domiciliare, dove – in una stanza chiusa accuratamente a chiave – era stata costruita e attrezzata ad arte una sorta di serra artificiale per la coltivazione intensiva della marijuana. Rinvenuti circa 450 grammi di marijuana e circa 20 di resina di hashish oltre a 900 euro in contanti e materiale per il confezionamento e il peso calibrato. Oltre a un manuale di “istruzioni” su come coltivare la marijuana, a scanso di dubbi.

I due vicentini accusati si trovano ora agli arresti domiciliari, paradossalmente nella stessa casa ma così prevede la legge, intanto i carabinieri non hanno mancato di elogiare pubblicamente il senso di responsabilità dei genitori che hanno permesso, grazie alla loro collaborazione, di bloccare un pericoloso canale di spaccio nella zona.