Sparivano forme di formaggio: il “topo” era un dipendente infedele. Oltre 100 quelle recuperate

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Un maxi-furto “celebrato” in più atti, prelevando dall’azienda dove lavorava – la Comalat di Cartigliano – in tutto 103 forme di formaggio di diverso tipo e valore. Quello complessivo di oltre 5 mila euro, ai danni dell’azienda che offriva lavoro e sostentamento a un 53enne dipendente infedele che verrà probabilmente licenziato per giusta causa, dopo il periodo di sospensione fino al processo. Il ritrovamento di decine di forme in due diverse abitazioni nella disponibilità diretta del “casaro” lo inchioderebbe a responsabilità evidenti, secondo i carabinieri della compagna di Bassano che hanno concluso l’operazione e le indagini.

Da evidenziare come sussistano dubbi sul fatto che altri prodotti possano essere già stati venduti “in nero” o consumati, accrescendo quindi il conto definitivo da stimare della merce rubata. Il centinaio di gustosità di caseificio sottratto indebitamente sarà a breve restituito all’azienda, abbattendo al minimo, almeno, il danno patito. Per il futuro imputato i capi d’accusa consistono in furto aggravato e ricettazione, con licenziamento in tronco dietro l’angolo. Era un insospettabile, incensurato e mai stato fonte di problemi sul posto di lavoro ma, secondo gli investigatori, era lui ad accaparrarsi i formaggi all’oscuro di tutti.

Ad oggi si parla solo di “presunto ladro”, ma gli indizi raccolti dagli investigatori dell’Arma nei confronti di A.G., cittadino italiano nato nel 1968 con origini lombarde, lasceranno pochi spazi di manovra all’eventuale difesa. E potrebbe non aver agito da solo, circostanza sui sono in corso approfondimenti. Il lavoro posto i campo dai militari in particolare della stazione di Marostica aveva seguito più di una pista, ma dopo aver capito che le razzie di prodotti alimentari erano state condotte con “metodo progressivo”, nell’arco di qualche mese, i sospetti si sono concentrati sui lavoratori interni all’azienda casearia, fino a porre attenzioni a quelli con accesso diretto alla produzione.

Il cerchio si è via via ristretto fino a individuare il 53enne come possibile autore dei furti, riscontrando elementi in questa direzione dopo pedinamenti e osservazioni in “incognita”. Fino a quando i carabinieri hanno deciso di intervenire in pratica a colpo sicuro, operando un controllo in strada mirato sulla via consueta di ritorno dopo il turno di lavoro alla Comalat, dalla zona industriale di Cartigliano a Marostica. Prendendo in una prima fase visione del tragitto abituale che l’uomo percorreva ogni giorno. Nell’auto del sospettato effettivamente sono state trovati nel portabagagli alcuni formaggi freschi di produzione, non senza riscontrare un certo imbarazzo da parte del conducente. Non si trattava affatto di “benefit” concessi a dipendenti laboriosi e meritevoli di un premio, ma l’esatto contrario.

Una parte delle forme recuperate a Marostica

I militari marosticensi lo sapevano bene, per questo hanno subito disposto la perquisizione domiciliare che ha “fruttato” proprio a Marostica ulteriori 70 forme custodite in cantina per un peso di circa 320 chilogrammi. Evidentemente all’appello ne mancavano ancora parecchie rispetto alle stime dei titolari dell’azienda, motivo per cui anche in provincia di Sondrio – presso la residenza nota del lavoratore nonchè gran “divoratore” di formaggio – è scattato un secondo blitz con la collaborazione dei colleghi dell’Arma locale. Il risultato? Altri 33 prodotti, per circa 100 chili ulteriori anche questi sequestrati e messi a disposizione del caseificio per farli ritornare “a casa”.