Soldi sospetti investiti in nuove proprietà: sequestrati veicoli e terreni a famiglia sinti

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Uno dei due camper sequestrati alla coppia "ex" nomade

Nessuna fonte lecita di reddito conosciuta nè alcuna attività professionale dichiarata, eppure grazie a “denaro liquido” una famiglia nomade di origine sinti, stanziatasi nell’area bassanese, continuava ad accumulare proprietà e mezzi. Almeno fino a quando nei giorni scorsi è scattato il sequestro d’urgenza di parte di queste “ricchezze” riconducibile a una coppia, marito e moglie, di età compresa tra i 35 e i 40 anni e domiciliata a Valbrenta.

A disporre il blitz condotto in solido dalla compagnia Carabinieri di Bassano del Grappa e dalla Guardia di Finanza della stessa città è stato un giudice del Tribunale di Venezia. Nel corso dell’operazione congiunta sono stati messi i sigilli a autocaravan e vetture, terreni e a un piccolo appartamento per un valore stimato in 120 mila euro.

Tutto era intestato a parenti prossimi della coppia, le cui generalità sono state tenute sotto riserbo per ordine dello stesso organo giudiziario, ma del capofamiglia è noto che si tratti di un pregiudicato con una sfilza di reati contro il patrimonio commessi in passato. Ad oggi che risulta nullafacente e residente in un alloggio a San Nazario, dopo aver abbandonato la vita nomade. A “scoperchiare” gli affari illeciti della famiglia ora privata di parte dei proventi di sospetta provenienza è stata l’osservazione dell’alto tenore di vita incompatibile con le ristrettezze economiche di cui, almeno sulla carta, soffriva lo stesso nucleo.

Allo stesso modo, a partire dal 2016 in cui sono iniziate a pervenire le prime segnalazioni, come evidenziato dai carabinieri bassanesi comandati dal Maggiore Filippo Alessandro si è assistito a un incremento di reati predatori – furti in particolare – nell’are della Valle del Brenta, addensando nuovi dubbi correlati alle fonti di guadagno dei due denunciati e di altri parenti stabilitisi nel frattempo nei dintorni. Un’equazione che sarà da dimostrare in sede processuale, dopo il contradditorio con gli indagati. “Gli accertamenti economici, finanziari e patrimoniali svolti dal gruppo della Guardia di Finanza di Bassano del Grappa, corroborati da quelli eseguiti dal personale dell’Arma – così recita la nota stampa riguardo alla misura ordinata dal Tribunale – hanno consentito di porre in evidenza la sproporzione tra gli esigui redditi dichiarati dal nucleo famigliare e gli incrementi patrimoniali (immobili, terreni ed automezzi) acquisiti nel periodo di riferimento e la disponibilità indiretta di beni immobili e mobili, per i quali è possibile pensare che, seppur formalmente intestati a persone facenti parte del proprio nucleo famigliare, rientrino nella sfera dei propri interessi economici”.

Nel dettaglio e in coerenza con le misure antimafia sono stati posti i sigilli all’appartamento di proprietà, di recente acquisto, nella frazione di San Nazario, a due ampi terreni ubicato a Monselice in provincia di Padova, due camper e altrettante autovetture, tutti beni intestati alla moglie del pregiudicato e ad altri due parenti formalmente conviventi. Il provvedimento emesso in via d’urgenza per il concreto pericolo di dispersione dei beni sarà discusso in  udienza già disposta in contraddittorio con il destinatario della misura provvisoria.