Tre mesi fa l’attentato sulla Ramblas: per Marta la laurea e l’ultimo saluto a Luca

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Erano le 16.50 di giovedì 17 agosto: esattamente tre mesi fa. Un camioncino Fiat Talento bianco veniva lanciato a folle velocità sulla principale via pedonale di Barcellona, la Ramblas, affollata di turisti. Una corsa folle che per circa 550 metri ha falcidiato decine e decine di pedoni. Fra i 16 morti, due italiani: Bruno Gullotta e il bassanese Luca Russo.

Luca, 25 anni, come si ricorderà, era partito per la città catalana insieme alla fidanzata Marta Scomazzon. Furono investiti dal furgone: lui morì subito, lei si ritrovò con due fratture. “Non so più dov’è Luca” disse nella prima telefonata a casa, subito dopo la strada.

Sono passati tre mesi da quella strage estremista. Tre mesi nei quali Marta, la famiglia e gli amici di Luca hanno fatto i conti con la quotidianità e un dolore che non se ne va, un vuoto che non si riesce a riempire. Lo strazio di chi è costretto a fare i conti con la consapevolezza che non c’è modo di tornare indietro. A prima di quel 17 agosto.

Per Marta sono stati tre mesi di studio: aveva promesso a Luca che si sarebbe laureata e ha mantenuto fede a quelle parole, riempiendo le sue giornata con la guarigione fisica e la preparazione della tesi. Si è infatti laureata in scienze politiche all’Università di Padova tre giorni fa, con un lavoro (in relazioni internazionali e diritti umani) sul tema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati vittime di tratta in Italia. Poi è corsa a Spinea, dove era in programma, proprio quel giorno, la cremazione della salma del suo Luca. Sulla bara, ha trovato un mazzo di rose e un bigliettino presi – come ha raccontato Il Giornale di Vicenza – dalla nonna di Luca, Rosalba, proprio per lei:  “era Luca che gliele mandava”.

Poi, il ritorno a casa, e la proclamazione all’Università il giorno successivo. E ora i conti da fare con una fase ancora diversa, sempre con vicini gli amici e la famiglia, pensando magari all’iscrizione al corso di laurea magistrale. Intanto, l’urna con le ceneri di Luca è ora a Verona, a casa della mamma e della sorella Chiara.