Bitcoin e Blockchain – Il fenomeno delle ICO

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Questo articolo è un’esclusiva di Next Generation Currency per L’Eco Vicentino in accordo con la partnership stretta tra i due giornali.

Cos’è una ICO?

Insieme alla febbre per le criptovalute, come Bitcoin, Ethereum o Litecoin, che è cresciuta fortemente negli ultimi mesi, un nuovo fenomeno sta sempre più prendendo piede: quello delle Initial Coin Offerings, o ICO. Le ICO sono un processo di crowdfunding (raccolta fondi) realizzato tramite la tecnologia blockchain, tecnologia alla base delle criptovalute. Bitcoin è stata la prima implementazione di valuta digitale basata su blockchain, per esempio, anche se ci sono molti altri utilizzi che sono stati fatti di suddetta tecnologia.

Come funziona una ICO?

Il funzionamento di una ICO è molto simile a quello di un crowdfunding normale, con l’eccezione che esiste il fattore criptovalute. Una start up che decide di nascere su una piattaforma decentralizzata crea il proprio token. Questa gettone verrà poi venduto nel web democraticamente ad un prezzo fissato dal team del progetto. Durante i periodi vendita i token verranno venduti in cambio di euro, dollari e bitcoin con i quali la start-up si finanzierà.

Come già detto, una ICO è dunque un metodo semplice di finanziare una start-up che voglia emettere una sua criptovaluta. Un esempio pratico: un casinò online decide di finanziarsi tramite una ICO. Emetterà un token con il quale sarà possibile giocare all’interno del casinò, e tramite la vendita iniziale dei token potrà finanziare le operazioni per l’azienda.

Grazie alle ICO, esiste uno strumento che pone poche barriere agli investitori, che potranno sostenere i più disparati progetti anche con un capitale molto basso. Allo stesso tempo, è più facile persino per un’azienda, che non dovrà passare tutti gli step richiesti da uno strumento regolamentato come per esempio una IPO (Initial Public Offering), o i Venture Capitalist.

Dunque, una ICO è un modo di disintermediare il crowdfunding normale, che è comunque svolto da un’entità centrale, come nel caso di Kickstarter, famoso provider per il crowdfunding online.

Durante il 2017, sono stati più di 3.7 miliardi di dollari i capitali raccolti tramite ICO, per finanziare molti e diversi progetti. Ethereum, la famosa criptovaluta “sorella” di Bitcoin, è stata distribuita tramite una ICO volta a finanziare il progetto Ethereum. Ci sono diversi tipi di token però che possono essere emessi tramite una ICO: token di utilità, token di voto, token di proprietà. I primi sono utilizzati per pagare servizi all’interno del progetto, il secondo per essere unità votante, e i token di proprietà si possono immaginare come vere e proprie azioni, e proprio per questo motivo stanno creando molti problemi dal punto di vista normativo.

Problemi normativi

Ed è qui che sorge il primo, vero e proprio, problema: la mancanza di normativa. La mancanza di una vera e propria regolamentazione rispetto al fenomeno ICO permette a tutti di potersi finanziare tramite la vendita di token, e dunque permette anche casi di finanziamenti fraudolenti. Spesso, i token che vengono venduti hanno dei casi di utilizzo dubbio e a volte nessun utilizzo. Anche i token che dovrebbero funzionare come azioni, se soggetti a regolamentazione stringente come nel caso delle securities statunitensi, potrebbero vedere il proprio valore abbassarsi drasticamente. La regolamentazione del fenomeno ICO è necessaria, al contrario di quella relativa alle criptovalute, di cui si parla sempre e continuamente.

L’incertezza normativa è uno dei problemi del fenomeno ICO, insieme alla sovra-capitalizzazione dei progetti finanziati tramite ICO: i token venduti diventano spesso strumenti speculativi e le aziende ultra-capitalizzate, proprio come nella bolla dot-com di cui abbiamo avuto esperienza ormai vent’anni fa.

ICO si, ICO no?

Come abbiamo visto, le ICO sono un fenomeno in costante aumento e che potrebbe portare grandi benefici e potenzialmente rivoluzionare il mondo del crowdfunding. La possibilità di finanziare la propria impresa con barriere minori è di sicuro importante, anche se dev’essere messa a norma e regolamentata. Molte aziende con progetti ambizioni stanno nascendo: un Airbnb decentralizzato (beetoken), casinò online decentralizzati (Edgeless), social network con pagamenti interni (Steemit). Sono state tante le ICO svolte nel 2017, e dalle proiezioni sembra che il 2018 prometta molto bene sotto il punto di vista dello sviluppo di prodotti innovativi. Anche Kodak, recentemente, ha annunciato una ICO a venire. Ma tutto ciò dev’essere preso con la corretta misura: non investire mai più di quello che si è disposti a perdere, non dimenticando che il mercato delle criptovalute e delle ICO è in evoluzione e potrebbe diventare soggetto a normative e regolamenti coercitivi, come già successo negli scorsi mesi in Cina e in Corea del Sud.

Per NGC, Emanuele Coscia