CineMachine | Guida galattica per autostoppisti

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REGIA: Garth Jennings
CAST: Martin Freeman, Mos Def, Sam Rockwell, Zooey Deschanel, Bill Nighy, John Malkovich, Anna Chancellor, Warwick Davis, Kelly Mcdonald, Su Elliot
GENERE: fantascienza, commedia
DURATA: 109 minuti
DATA DI USCITA: 28 aprile 2005 (Regno Unito)

Guida galattica per autostoppisti del 2005 per la regia di Garth Jennings

Tratto dall’omonimo romanzo campione di vendite dello scrittore, sceneggiatore e umorista Douglas N. Adams, Guida galattica per autostoppisti è attivato nei cinema italiani il 12 agosto del 2005. Questo piccolo gioiello di fantascienza britannica è stato diretto dal regista di video musicali Garth Jennings, alla sua prima regia cinematografica.

Storia: Da qualche parte, nella campagna inglese, il nostro protagonista Arthur Dent (Martin Freeman) sta per vivere una giornata al quanto movimentata: la sua abitazione rischia di essere rasa al suolo ed inoltre scopre che il suo migliore amico, Ford Prefect (Mos Def) è un alieno; come se non bastasse, la Terra sta per essere demolita per creare un’autostrada spaziale, a opera dei Vogon, una popolazione di parassiti che sembrerebbe governare l’intero universo. L’unica via d’uscita per Arthur sembra quella di procurarsi un passaggio per lo spazio assieme al suo amico alieno. Arthur sta per vivere la più grande avventura della sua vita, imbattendosi in un viaggio dove nulla è come sembra e dove egli potrà apprendere il vero significato della vita, all’insegna dell’amore e dell’amicizia, scoprendo un oracolo inesauribile proprio nella sua Guida galattica per autostoppisti, nata per orientare gli uomini su “la vita, l’universo e tutto quanto”.

Un film meraviglioso. Una storia rimasta in gestazione per un lungo periodo di tempo e che è giunta a compimento, proiettata sul grande schermo dei cinema di tutto il mondo, purtroppo quattro anni dopo la morte di Adams. In questo film si può notare quanto il regista Jennings si sia ispirato all’ironia dei Monty Python, con i quali aveva collaborato in precedenza, realizzando un esempio autentico di commedia fantascientifica caratterizzata da un inconfondibile stile inglese, soprattutto sotto l’aspetto dello humour. La storia è molto pertinente al romanzo di origine, nella forma di un viaggio astrale “filosofico” scandito da gag esilaranti a ripetizione, inserti musicali, siparietti animati e aforismi regolati dal non-sense che ricordano l’antilogica di Lewis Carroll.

Tra i riferimenti presenti nella storia, esilarante quello al “motore a improbabilità infinita” che condurrà i nostri protagonisti da una parte all’altra dell’universo e quello alla Terra definita “sostanzialmente innocua” … Geniale! Guida galattica per autostoppisti è stato il primo film dell’omonima “trilogia in cinque parti” scritta da Douglas Adams nel 1979 ed è, in realtà, un “libro nel libro”. Di fatto nel racconto i protagonisti fanno spesso riferimento alla “Guida galattica”, che fornisce loro suggerimenti a dir poco assurdi.

Nel tempo al romanzo di Adams si sono ispirati anche videogiochi, fumetti e, addirittura, una linea di asciugamani. Nel 1981 ne viene realizzata una serie televisiva dopo che lo stesso ideatore aveva adattato la storia per la radio. Tra le invenzioni del film, quella che maggiormente preferisco, è il robot depresso Marvin e i Vogon: il primo è la rappresentazione della macchina super-intelligente che nell’esperienza di “personalità di persona” non ricava altro che la vacuità ed l’insensatezza della sua esistenza e ciò lo rende un tantino paranoico e depresso, mentre i Vogon sono la rappresentazione di un estensione universale del volgare tornaconto che non si preme né di abbattere la casa di un poveruomo né di distruggere un intero pianeta. Inoltre le due creature sono state realizzate non con il digitale ma sono state costruite in animatronica appositamente da Jim Henson’s Creature Shop.

La musica è stata in parte composta e in parte diretta da Joby Talbot, il quale ha musicato un’ulteriore film diretto da Garth Jenning, ovvero “Sing” uscito al cinema nel 2016. Mi permetto inoltre di citare un’altra sua direzione musicale per un vero e proprio maestro del comedy movie e dell’horror movie, ovvero “Ladri di cadaveri” del 2010 diretto da John Landis. La fotografia di Igor Jadue-Lillo, la scenografia di Joel Collins, i costumi di Sammy Sheldon, gli effetti speciali di Scott McIntyre: tutti questi artisti sono riusciti, assieme al regista, a realizzare un piccolo capolavoro di commedia demenziale abbinata perfettamente alla fantascienza. La messa in scena pulita, le ambientazioni, la recitazione convincono e divertono. 109 minuti di puro intrattenimento con qualche spunto di riflessione sulla nostra esistenza.