Gerusalemme capitale, è la nuova Intifada: razzi da Gaza, raid israeliani e prime vittime

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Già la chiamano la nuova Intifada. La tensione esplosa in Medioriente ha causato le prime vittime. Un palestinese è rimasto ucciso a Gaza negli scontri scoppiati contro i soldati israeliani, un altro invece è morto nel bombardamento di Israele a nord di Gaza. Si tratta dei primi morti causati dalle proteste organizzate dopo la decisione del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele. Intanto salgono a oltre 760 i palestinesi feriti in Cisgiordania e lungo tutto il confine israeliano.

Violenti attacchi da parte di Israele. Colpi di cannone e raid aerei da parte di Israele nel nord della Striscia dopo il lancio di razzi da Gaza verso il territorio dello stato ebraico. Immediata la rappresaglia palestinese: un razzo lanciato da Gaza è caduto sulla cittadina israeliana di Sderot colpendo un’auto parcheggiata all’aperto. Lo ha reso noto la Radio militare secondo cui una persona è stata ricoverata in stato di shock. Poco prima nella zona erano risuonate le sirene di allarme anti missili.

Le vittime. Il ministero della Sanità di Gaza ha precisato che il 30enne Mahmud al Masri è stato ucciso lungo il confine. L’esercito israeliano ha confermato dal canto suo di aver sparato a due persone lungo il confine, accusandole di essere i principali istigatori di rivolte violente. Secondo la Mezzaluna Rossa palestinese, oltre 60 dimostranti sono stati colpiti da armi da fuoco, circa 500 sono rimasti intossicati da gas lacrimogeni e oltre 200 contusi da proiettili rivestiti di gomma.

Lanciati due razzi da Gaza. Il sistema antimissili israeliano, Iron Dome, ha intercettato un razzo lanciato da Gaza nel sud di Israele, comprese le città di Ashkelon e Sderot, dove poco prima erano risuonate le sirene di allarme. Lo ha riferito il portavoce militare, aggiungendo che non ci sono state vittime. Inoltre, c’è stato il lancio di un secondo razzo: al momento non è noto dove sia caduto.

Proteste anche in Turchia e Pakistan. La decisione statunitense ha scatenato violente reazioni anche a Istanbul, dove sono scesi in strada circa 10mila manifestanti. Disordini ad Ankara e in altre città turche. Cortei pure in Pakistan: partiti religiosi, movimenti della società civile, commercianti, studenti ed avvocati sono scesi in piazza in numerose città del Paese.