Esplorare la Pedemontana Veneta – Pasubio, il “monte sacro” amato dagli escursionisti

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La Strada delle 52 Gallerie

Il monte Pasubio è uno dei monti sacri alla Patria, reso tale con la legge numero 985 del 1927, memore di vicende tra le più atroci della storia dell’uomo accadute durante la Grande Guerra. La montagna è inserita nel territorio dell’OGD Pedemontana Veneta e Colli, che ne promuove la valenza di meta turistica molto ricercata dagli escursionisti, gli amanti della storia, della natura e dei paesaggi incontaminati. L’organizzazione turistica regionale Pedemontana Veneta e Colli, con sede a Thiene, si estende in un territorio di 54 comuni tra Alto Vicentino, Colli Berici e Veronese e promuove nella zona le escursioni sul Pasubio e le Piccole Dolomiti, i luoghi della grande Guerra con la strada delle 52 gallerie e l’Ossario del Pasubio, nel Sengio Alto con il ponte a Corde Avis detto tibetano (nel comune di Valli del Pasubio), nonché i percorsi trekking nella Val Posina e nell’Alta Val Leogra. Proprio sulla cresta del Pasubio, massiccio di dolomia, correva un secolo fa il fronte che vedeva scontrarsi gli eserciti d’Italia e dell’Impero Austro-Ungarico, il primo a sud mentre il secondo a nord. Tra il 1915 ed il 1918 si combattè ininterrottamente sul Pasubio, e le celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra sono appunto finite l’anno scorso, vedendo anche la visita del principe Carlo d’Inghilterra.

Il Pasubio fa parte del gruppo delle Piccole Dolomiti, lungo l’odierno confine tra la provincia di Vicenza e il Trentino, ed è ben delimitato dai solchi della Val Leogra, della Val Posina, della Vallarsa e dalla Valle di Terragnolo. Sono cinque i comuni del Pasubio. Tre trentini (Vallarsa, Trambileno e Terragnolo) e due veneti (Valli del Pasubio e Posina). È separato dal gruppo del Sengio Alto dal Passo Pian delle Fugazze, mentre nei versanti opposti si trovano il Passo Xomo che lo collega al Monte Alba e al Novegno e il Passo della Borcola che lo divide dal crinale di Monte Maggio. Il complesso di questa montagna è vario: il versante sud vicentino si sviluppa nel comune di Valli, ed è caratterizzato da alte pareti e vaji che precipitano su verdi prati e boschi; è la parte di monte più tipicamente dolomitica, come una cittadella di torri e guglie arroccata su ripidi versanti. Osservando la sua mole salendo lungo la strada che da Valli del Pasubio porta al Passo Pian delle Fugazze, si possono distinguere da sinistra le grandi pale del sottogruppo della Pria Favella, l’evidente solco della Val Canale sopra la quale si trova il Rifugio Gen. Achille Papa (quota 1928, gestito dal CAI Schio), seguono la Val Fontana d’Oro con il suo bellissimo campanile, i vaji del Ponte, di Mezzo e del Motto, le guglie delle Sgralaite, degli Operai, delle Grattanuvole, infine l’ampia Val Camossara e Bocchetta Campiglia da cui parte la famosissima Strada delle 52 Gallerie.

Più a nord il Pasubio diventa un piccolo altopiano brullo con una cresta principale dove si trovano le cime più alte del massiccio: Cima Palon con i suoi 2232 metri è il punto più elevato; più avanti seguono il Dente Italiano e il Dente Austriaco. A ovest di questo crinale si trova la piccola conca verde e mugosa del Cosmagnon che precipita sulla Vallarsa con la cengia del gruppo Lora-Sogi. A est invece si trovano le Sette Croci e il Groviglio noti per l’aspra contesa durante la Grande Guerra. Proseguendo invece verso nord si giunge al secondo e ultimo rifugio che si può trovare sul Pasubio, il Rifugio Vincenzo Lancia. Quest’ultimo si trova ai piedi del Col Santo, una bella cima a panettone dominata da un panorama a 360 gradi, e dal Col Santino. Qui vicino si trovano gli alti pascoli dell’Alpe Alba dove sono situate delle vecchie e graziose malghette. Da ricordare infine sia per l’aspetto storico che per l’aspetto escursionistico il Monte Corno Battisti, così denominato in seguito alla cattura di Cesare Battisti su questa cima nel 1916 e che domina la Vallarsa sopra la Valle di Foxi.

Le escursioni

Una delle escursioni più significative del Pasubio è senz’altro lungo la Strada delle 52 Gallerie, detta anche della Prima Armata, oggetto di una splendida mostra (“La Strada delle Gallerie ha 100 anni”, ora diventata anche un bel libro scritto da Claudio Rigon ed edito dal CAI di Schio, che ha organizzato la mostra nel 2017 insieme con il Comune di Schio). Il percorso, vietato alle biciclette, è impegnativo ma di grande soddisfazione perché si cammina su rocce che raccontano di Storia, di imprese ingegneristiche ardite e che regalano viste splendide sulle valli e i monti circostanti fino alla pianura veneta. Si tratta di una mulattiera di guerra, costruita perché la vicina Strada degli Scarubbi era troppo esposta al tiro nemico. I lavori impegnarono l’anno 1917 e coinvolsero la 33° compagnia minatori diretta dal tenente Giuseppe Zappa, i quali utilizzarono almeno quaranta martelli perforatori ad aria compressa. Alcune gallerie hanno un andamento particolare, come la XX° dove il percorso all’interno della roccia si fa spirale; nella parte finale invece si ha un bel tratto esposto ricavato su una cengia scavata a precipizio sulla parete della Cima dell’Osservatorio. Nel complesso la Strada è lunga 6300 metri di cui 2300 in galleria, inizia da Bocchetta Campiglia a 1216 metri e termina alle Porte di Pasubio dove è situato il Rifugio Papa a 1928 metri, con un dislivello di 784 metri (per approfondimenti è possibile consultare il sito  stradadellegallerie.it). È consigliabile percorrerla in salita e poi scendere per la Strada degli Scarubbi. La Strada è raggiungibile dal Passo Xomo (Posina) dove si trova il Rifugio Passo Xomo, ottimo punto di appoggio e pernottamento; da qui si sale fino a Bocchetta Campiglia: qui è presente il parcheggio e la vicina Malga Campiglia nella quale è possibile acquistare i formaggi che vi vengono prodotti. All’entrata ci si può fermare anche al nuovo info point Baita Campiglia per ottenere informazioni sul percorso.

Il Pasubio, oltre alla Strada delle 52 Gallerie, permette poi di compiere altre numerose escursioni di pregio, basta prendere in mano una cartina e vedere quanti sentieri esistono! Tutto il monte è praticamente forato da gallerie, ricoveri, postazioni d’artiglieria. Basti pensare ad esempio che lungo il ciglione Lora-Sogi si trova una mulattiera con ben 45 gallerie (trattasi ora di un sentiero alpinistico), oppure ricordare la galleria del Monte Buso dove sul soffitto si trova impressa l’orma di un dinosauro e a quelle del Monte Corno Battisti e dei Denti Italiano e Austriaco, protagoniste della tristemente nota guerra di mine che portò parte del Dente Italiano ad esplodere verso la fine del conflitto. Il Monte Pasubio è un luogo dove si può imparare, conoscere, ricordare e oltre a ciò divertire e rilassare con una bella camminata, nel rispetto di questo ambiente da tutelare. Se non avete ancora percorso la Strada delle 52 Gallerie, andate: è sicuramente un’esperienza unica nel suo genere. Di grande bellezza anche la Strada degli Eroi che parte dal Passo Pian delle Fugazze, e che dopo oltre 10 chilometri di sviluppo arriva al Rifugio Papa. Percorribile anche in bicicletta. La Val Leogra, ai piedi del Pasubio con i paesi di Valli, Torrebelvicino e Schio offre poi varie possibilità di alloggio dove passare anche alcuni giorni tra le verdi colline e le magnifiche montagne delle Piccole Dolomiti.