Spettacolando – Fiorella Mannoia scalda Bassano

Sabato 12 marzo, Fiorella Mannoia ha fatto tappa al Palabassano 2 con “La versione di Fiorella tour” e i brani dell’ultimo album “Padroni di niente”.
Le anime nobili risplendono sempre e si alimentano degli sguardi di ammirazione che ricevono.

Le anime nobili vivono oltre il tempo, in un eterno presente: ballano, cantano, si emozionano in un interscambio di energie.
Le anime nobili sono talmente credibili agli occhi di chi sa guardare, che possono permettersi di cantare Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti, Vasco Rossi, Renato Zero, sapendo di fare un regalo a chi ascolta. Perché gli omaggi di chi sa ricordare con rispetto, sono sempre graditi.

Così, “Sally” è ormai un classico per Fiorella Mannoia, mentre “Cercami” di Zero non proprio. E cantare Battisti, per Mannoia, è un inedito assoluto, mentre omaggiare Dalla si è rivelato un obbligo dettato dal decennale della sua scomparsa. De André, poi, è eterno e basta, non servono scuse per cantarlo, serve solo scegliere lo spunto che si desidera. Mannoia ha voluto “Princesa”, un transessuale che ha seguito la sua strada in tempi più difficili di questi: De André cercava gli ultimi e a loro dedicava attenzioni, oltre che canzoni.
I grandi classici di Mannoia però non sono mancati: da “Il cielo d’Irlanda”, “I treni a vapore” a “Quello che le donne non dicono”. I fans non si tradiscono. Così abbiamo cantato con lei e ci siamo distratti per un paio d’ore, mai davvero dimenticando cosa stiamo vivendo. Purtroppo, o giustamente, chissà.

Mannoia ha cantato con leggerezza e sensibilità di chi, di fronte ai deboli, allunga una mano e regala un sorriso: apre le braccia, il cuore, ma non compatisce. Per questo è impossibile non amarla e per questo può permettersi di cantare chi vuole.
Le anime nobili poi, possono permettersi di cambiare le parole alle canzoni che hanno scritto, riadattandole al presente: le donne ci diranno ancora un altro sì….forse….o forse ci beccheremo dei “no” senza neppure troppe spiegazioni.  E va bene così.
Mannoia ha chiuso con “Generale” di  De Gregori. Sperando non ci sia più bisogno di cantarla ancora.

Paolo Tedeschi