Gara di solidarietà per la famiglia di Nidia Lucia, uccisa dal marito: “Riportiamola in Colombia”

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Nidia Lucia con il marito e assassino, in un momento felice del passato

Hanno dovuto chiedere un prestito in banca per comprare il biglietto aereo per l’Italia per tentare di riportare in Colombia il cadavere della sorella. Ora fanno appello alla solidarietà degli italiani per il trasporto della salma di Nidia Lucia Loza Rodriguez, 37 anni, infermiera: uccisa dal compagno Mirko Righetto, dieci giorni fa a Camisano Vicentino. “Vogliamo darle una sepoltura cristiana, nella terra in cui è nata”.

Giovanni, Myrian, Lucelì sono tre dei nove fratelli della vittima, arrivati da qualche giorno nel Comune a cavallo fra Vicenza e Padova per ottenere i documenti e, se possibile, un aiuto economico per riportare in patria il corpo della sorella e dargli sepoltura. Il costo del trasporto del feretro è di circa quattromila euro, ai quali vanno aggiunte le spese per trasferirlo dall’aeroporto della capitale Bogotà alla città di residenza dei nove fratelli: Pasto Narino. Grazie in particolare alle colleghe di lavoro – italiane e colombiane – di Lucia, è iniziata già da qualche giorno una gara di solidarietà che vede coinvolti veneti e colombiani residenti in regione, perché il desiderio dei fratelli Loza Rodriguez si avveri. Le colleghe Jasmine, Mary, Olga e Roberta che lavorano alla casa di riposo “Don Luigi Maran” di Villafranca Padovana, dal giorno della tragica scomparsa della collega Lucia, sono in “prima linea” nella raccolta dei fondi necessari alla difficile operazione. L’impresa funebre Ghirardo di Vigonovo (VE), specializzata nell’invio all’estero di feretri, ha fissato in circa 4mila euro la somma necessaria per il funerale a Camisano e il trasporto fino a Bogotà. Almeno un altro migliaio, ma forse anche di più, ne serviranno per arrivare al paese dei Loza Rodriguez, Pasto Narino, raggiungibile dopo 800 chilometri di strade normali, in gran parte di montagna; tempo di percorrenza in pullman: 22 ore. C’è un altro problema: i tre fratelli Loza Rodriguez hanno acquistato un biglietto aereo “chiuso” che li obbliga a imbarcarsi per Bogotà il 20 maggio, con o senza quindi la certezza che il corpo della sorella possa essere spedito in Colombia. Alla gara di solidarietà si aggiunge quindi la sfida contro il tempo. Intanto, mentre con l’aiuto di amiche e colleghe di Lucia i Rodriguez stanno affrontando la burocrazia italiana, altre persone si sono già mobilitate raccogliendo piccole somme con la vendita di oggetti di artigianato di loro produzione; anche il Comune di Camisano Vicentino ha stanziato un contributo e il parroco di Camisano don Claudio Zilio, ha già fatto sapere che le offerte raccolte durante il funerale saranno devolute alla famiglia di Lucia. Purtroppo, le somme raccolte finora non bastano. Chi volesse aiutare finanziariamente lo scopo di questa generosa mobilitazione di veneti e colombiani, può versare quello che può direttamente al parroco di Camisano, don Claudio, contattabile al numero 339 4281832. Il sacerdote gestirà infatti la raccolta dei fondi per la famiglia colombiana.

Nidia Lucia Loza Rodriguez era in Italia da dodici anni. Grazie al matrimonio civile con Mirko Righetto, celebrato quattro anni fa dopo otto di convivenza, aveva ottenuto anche la nazionalità italiana e il doppio passaporto. Dal loro matrimonio è nata una bambina che oggi ha tre anni, la quale dopo la morte della mamma e l’incarcerazione del padre, è rimasta senza i genitori e affidata a una parente italiana di Righetto. I fratelli di Lucia l’hanno potuta incontrare, con la tutrice e l’assistente sanitaria. Sono disponibili a sostenere le spese per la sua crescita e per la scuola. Ma vorrebbero, più di tutto, darle una nuova famiglia in Colombia. I soldi offerti servirebbero quindi ai tre fratelli anche per poter risiedere a Padova per il tempo necessario a questa difficile e delicata pratica legale e per pagare l’assistenza di un avvocato. I familiari ringraziano tutte le strutture pubbliche che li stanno agevolando: la prefettura di Vicenza, il Comune di Camisano Vicentino e il personale del distretto sanitario; il Comando provinciale dei carabinieri di Vicenza, l’ambasciata della Colombia in Italia; gli avvocati Nicola Guerra e Paolo Mele che hanno offerto alla famiglia Loza Rodriguez il patrocinio gratuito della causa contro l’omicida della sorella, in cui i fratelli si costituiranno parte civile.