Omicidio-suicidio, si escludono interventi di terze persone. Venerdì l’autopsia della donna

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Il luogo del delitto e i due coniugi Kinser

Non i problemi economici, che non aveva, nè problemi sentimentali con la moglie, con cui secondo chi li conosceva il rapporto era buono. E’ stata la depressione, in una forma devastante e oscura, a spingere l’ex militare americano Bradley Joel jr. Kinser a uccidere sua moglie la mattina di Pasqua a Pozzoleone, nella loro villetta, per poi togliersi la vita.

La procura di Vicenza ha affidato l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia sulla salma della donna  (vedi il video dell’intervento della polizia scientifica), che dovrebbe chiarire nei dettagli gli orari in cui è avvenuta la tragedia e le modalità. L’esame verrà eseguito venerdì. Al momento per gli inquirenti, i carabinieri di Thiene e del comando provinciale coordinati dal pm Claudia Brunino, è già certo che non ci sono stati interventi di terze persone. La porta era chiusa dall’interno e non ci sarebbero elementi che fanno pensare a un terzo soggetto che abbia preso parte al delitto.

Bradley Joel jr Kinser, 43enne, era un ex militare americano attualmente impiegato come consulente civile alla caserma Ederle. Era originario di Boston, nel Massachussets. La moglie Leila Gakhirovna Kinser, 39 anni, era nata in Russia ma naturalizzata americana. Il consulente americano era seguito con attenzione dall’amico e sacerdote della caserma, padre David. Kinser era molto depresso, ma sembra non prendesse farmaci nè seguisse una psicoterapia. Domenica mattina il prete ha ricevuto una chiamata dall’uomo, ma non ha fatto a tempo a rispondere. Quando ha provato a richiamare, dall’altra parte c’è stato solo silenzio. Così ieri mattina, a Pasquetta, preoccupato è andato sul posto con la military police. Chiamando Kinser da fuori, hanno sentito il cellulare suonare all’interno e fatto irruzione.

Leila Kinser era morta, supina sul letto in camera. Si ritiene sia stata soffocata nel sonno, non c’erano segni evidenti di lotta. L’uomo era invece in un lago di sangue in bagno, dove si era fatto dei tagli al braccio con un coltello seghettato per poi accoltellarsi alla giugulare. Sulla porta della camera c’era un post it scritto con il sangue, “Sorry U”, e il disegno di un cuore.

La moglie, particolare che visto quanto accaduto appare inquietante, sabato aveva pubblicato un post in cui spiegava di non aver più la propria tartarughina Mashka e di voler morire, “I don’t have any more my Mashka I want to die”.