Max Von Sydow: 3 film per ricordarlo

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Ero al lavoro quando ho sentito per radio la triste notizie della scomparsa di Max Von Sydow. 

Lo ricordo ancora, definito in ogni più piccola sfaccettatura, nel suo primo e grande ruolo nel “Il settimo sigillo” (1957) di Ingmar Bergman. Fu il primo film dove lo vidi recitare e seppi dopo che fu uno dei primi film in cui apparve e già da lì si notava lo spessore e la bravura di un attore destinato ad entrare negli annali della storia del cinema. 

Lo vorrei ricordare qui, in tre ruoli che ancora oggi mi sono rimasti scolpiti nella mente e nel cuore e in tre film di spessore che consiglio a tutti gli amanti non solo del Chevalier Von Sydow, ma della settima arte pura. 

L’Esorcista 

Tra i film maledetti più conosciuti ed apprezzati dal pubblico internazionale, “L’Esorcista” di William Friedkin è tra le molte cose un vero e proprio capolavoro del genere horror. Un film che tra i molti meriti ha quello di aver dato risalto e un nuovo e limpido slancio alle storie che parlano di possessioni demoniache. Da lì in poi una sequela di scopiazzature, anche nel cinema italiano. 

Nel ruolo di padre Lankester Merrin, l’esorcista mandato per estirpare il demonio che abita la giovane Regan MacNeil, abbiamo il nostro strepitoso Max Von Sydow che qui in realtà ricopre un ruolo secondario, ma che avrà il suo apice proprio nel finale di questa meravigliosa pellicola e per questo non potrà che risultare memorabile. 

Un film che dopo più di quarant’anni colpisce e terrorizza ancora, grazie alla messa in scena di Friedkin che riesce ad equilibrare perfettamente l’azione, creando una linea ascendente di puro orrore, con un inizio che mette subito allerta lo spettatore, fino all’apice dove vedremmo la possessione che ha reso “L’Esorcista” un vero e proprio cult. 

Colpisce inoltre l’atmosfera e le ambientazioni ricreate sul set, oltre la storia che affascina e meraviglia, come dicevo, per costruzione e cattiveria.  Un film che forse farà sorridere i giovinastri che reputano “IT” o “La Llorona” dei gran bei film e che invece dovrebbero imparare bene che qui siamo di fronte ad un capolavoro imprescindibile. 

Se volete approfondire poi recuperate la director’s cut disponibile in DVD o Blu-ray con tantissimi contenuti speciali o il saggio curato da Nico Parente “L’esorcista. Quarant’anni dopo” disponibile su Amazon. 

Il settimo sigillo

L’esordio e subito il capolavoro. Perdonate se sto abusando forse troppo di quest’ultimo vocabolo, ma non posso non affermare che tutto ciò che Ingmar Bergman abbia toccato in vita non sia meritevole di un attento sguardo da parte di tutto il genere umano, consapevole poi di quanto insensibile e profondamente antipatico fosse come persona. 

Stiamo parlando di “Il settimo sigillo” dove Max Von Sydow ebbe il suo primo ruolo da protagonista e diventò un ruolo memorabile. Questo cavaliere tornato dalle crociate che al suo ritorno trova ad attenderlo sulla spiaggia la Morte, la quale ha scelto quell’esatto momento per portarlo via con se. Il cavaliere per posticipare la sua dipartita invita la morte ad una partita a scacchi, alla quale questa acconsente. Premio per la vittoria del cavaliere la sua vita stessa. 

Un film che è storia ed una storia che viene menzionata in innumerevoli altre opere e dove Max Von Sydow ha, se non il suo ruolo più bello, il suo ruolo più memorabile ed indimenticabile. Il ruolo di questo uomo partito per la guerra e tornato completamente disincantato ed avvilito, quasi che la sua vita non avesse più alcun significato e questo prolungarsi, attraverso il gioco degli scacchi, della sua definitiva scomparsa, appare come l’ultimo disperato tentativo di questo cavaliere di redimersi.

Anche se la storia a tratti si discosta dalla partita intercorsa tra il cavaliere e la morte, lo spettatore non può che rimanere affascinato dal confronto soprannaturale tra questo individuo e questa presenza che rappresenta in se stessa un qualcosa con cui prima o poi tutti avremmo a che fare. Affascinante la raffigurazione della morte ed affascinante il fatto che essa spaventi in un primo istante, ma con cui vi si possa intrattenere una sorta di dialogo, quasi potessimo entrarne in contatto prima del trapasso. 

Un film meraviglioso che se non avete visto, vi consiglio caldamente di recuperare. Da noi è disponibile anche in un bel formato Blu-ray, per chi come me piace guastarsi anche vecchie pellicole in alta definizione. Dopodiché se vi recuperare un po’ di Bergman, male penso non vi faccia. 

L’ora del lupo

Perdonate se vi risulterò fin troppo monotematico in questa mia sorta di perorazione, ma essendo stato Max Von Sydow l’attore feticcio, per un lungo periodo di tempo, di Ingmar Bergman, tra i molti film da me apprezzati, in cui l’ho visto ed amato come attore, non poteva che emergere un altro film del regista svedese. 

“L’ora del lupo” è un film del 1968 che condivide con “Il settimo sigillo”, oltre all’incredibile interpretazione di Sydow anche il set ovvero Hovs Hallar, nella riserva naturale di Scane. Qui di fatto è proprio l’ambientazione a farla in un certo modo da padrone, dando da principio allo spettatore un forte senso di isolamento ed estraniamento dal reale. 

Di fatto ciò che Bergman racconta in “L’ora del lupo” è la tragica storia di un pittore che, rifugiatosi su di un’isola con la moglie, vive a filo tra la realtà e il suo mondo immaginario, non riuscendo più pericolosamente a distinguere le due fazioni. 

Il suo mondo è infatti popolato di strane ed oscure presenze che lo “divorano”, ma ciò che notiamo, grazie anche alla stupenda interpretazione di Sydow, è il contrasto e la sofferenza che atterriscono il protagonista e quasi trascinano con esso la moglie interpretata stupendamente dall’affascinante Liv Ullmann, presente anch’essa in altre opere di Bergman. 

Un film che sfocia anche nell’orrido e nel demenziale e che mi ha deliziato nelle sue inquadrature e nei suoi tagli di luce indescrivibilmente suggestive. 

Per me, sicuramente, un altro capolavoro, dove l’animo umano viene nuovamente messo a nudo ed indagato, nelle sue parti più ottenebrate ed inoltre qui viene indagato l’animo dell’artista che spicca per ispirazione ed intelletto sui suoi simili, ma si rivela essere per questo il più fragile fra tutti. 

 

Si conclude così questa mia veloce carrellata di titoli e ancora mi addolora aver ricevuto questa funesta notizia. Il mondo del cinema per un altro grande attore che ha saputo dare molto, attraversando il tempo, nelle sue tendenze e nei suoi cambiamenti, rimanendo sempre e comunque saldo e regalando quasi sempre grandi interpretazioni.