Coronavirus, la Farnesina studia un piano d’evacuazione per gli italiani a Wuhan

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

L’Italia, al pari di altri Paesi, sta predisponendo la possibile evacuazione dei connazionali che si trovano nell’area di Wuhan, in Cina, epicentro dell’epidemia di coronavirus: un’ipotesi allo studio è il trasferimento via terra, a condizione di restare in osservazione per i successivi 14 giorni in un ospedale cinese di una regione più sicura. Ma la prospettiva di una quarantena non convince i connazionali. Sono circa 50 gli italiani attualmente presenti nella città focolaio della malattia e in tutta la regione di Hubei.

L’ambasciata a Pechino, in raccordo con l’Unità di Crisi della Farnesina, è in contatto con tutti per conoscere le loro intenzioni. Per chi deciderà di andarsene, il piano prevede un trasporto in autobus in una zona a 350 km circa di distanza da Wuhan. Una volta arrivati a destinazione, gli italiani in Cina sarebbero trasferiti in un ospedale per un periodo di osservazione di due settimane, tempo necessario per il decorso dell’incubazione del virus. La quarantena è un’ipotesi allo studio dell’Italia con gli altri partner.

Intanto l’ultimo bilancio ufficiale parla di almeno 80 morti e un totale di 2.744 casi di contagio confermati. Il governo cinese continua a disporre nuove misure per cercare di arginare l’epidemia o, quantomeno, di contenerla. Pechino ha deciso di prorogare le festività per il Capodanno cinese di tre giorni, fino al 2 febbraio, per ridurre gli assembramenti e fermare la diffusione del morbo. Cinque, intanto, i casi confermati negli Usa.