Guerra Russia-Ucraina, i ministri del G7: aiutare Mosca costerà caro. E Putin fa tappa nel Lugansk

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Aiutare la Russia nel percorso militare contro l’Ucraina costerà caro. Lo annunciano i ministri degli Esteri del G7 dopo due giorni di colloqui in Giappone, minacciando sanzioni – e non solo – agli alleati di Mosca. Nel corso dei colloqui è stato affrontato anche il tema del nucleare, coi ministri riuniti che hanno parlato di “gravi conseguenze” qualora qualcuno decidesse di usarlo.

Minacce alla Russia. Insomma, il monito è chiaro: insieme a noi o contro di noi. È ciò che hanno pensato – e ribadito – i ministri degli Esteri facendo il punto sulla guerra in Ucraina. Intanto da Mosca tirano il freno a mano, dichiarandosi interessati a porre fine al conflitto. Una dichiarazione, quella del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, che finora però non ha trovato riscontri reali. Anche perché l’esercito di Putin continua ad attaccare e quello di Kiev è costretto – ancora – a difendersi.

La partita del grano. Sono riprese intanto le ispezioni delle navi in acque turche che trasportano cereali dall’Ucraina dopo una pausa in cui si è rischiata la chiusura del corridoio nel Mar Nero dovuta, secondo Lavrov, a una violazione da parte di Kiev. Kiev nelle scorse ore aveva dichiarato che l’iniziativa mediata dalle Nazioni Unite che consente l’esportazione di grano ucraino nel Mar Nero rischiava di essere interrotta perché la Russia aveva bloccato le ispezioni delle navi nelle acque turche.

Putin in Ucraina. Putin nel frattempo, dopo la base militare nella regione di Kherson, ha visitato il quartier generale della Guardia nazionale “Est” nella Repubblica popolare di Lugansk. Lo riferisce l’ufficio stampa del Cremlino, secondo il quale il presidente russo “ha ricevuto rapporti dal colonnello generale Alexander Lapin e da altri alti ufficiali sulla situazione in questa regione”. La nota precisa che si tratta della prima visita di Putin nella Repubblica popolare di Lugansk.