Il Coronavirus rallenta in Italia. Contagi in frenata anche negli Usa

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Il Coronavirus rallenta in Italia, con morti e contagi ai minimi da due mesi. I nuovi malati  sono 802, al minimo dal 6 marzo, i decessi 165, dato mai così basso dall’inizio del lockdown. Per il ventottesimo giorno di fila scende il numero dei ricoveri in terapia intensiva. In 24 ore si registra invece un aumento di 2.155 guariti. I casi totali di contagio sono saliti a 219.070.

Anche negli Stati Uniti il contagio frena: sebbene si siano registrati 776 ulteriori decessi per coronavirus in 24 ore, si tratta dell’incremento più basso da marzo, portando il totale a 79.522 morti. Lo rende noto l’università americana Johns Hopkins, secondo cui i casi totali di positività registrati nel Paese hanno raggiunto quota 1.329.072. E il vicepresidente americano Mike Pence continuerà a seguire i consigli dell’unità medica della Casa Bianca e non è in quarantena: lo ha precisato Devin O’Malley, viceportavoce di Pence, aggiungendo che il numero due di Donald Trump “è risultato negativo tutti i giorni e intende essere domani alla Casa Bianca”. Sul fronte economico, in una intervista alla Fox, il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha previsto che il tasso di disoccupazione, ora al 14,7%, potrebbe presto avvicinarsi al 25%. Non riaprire le attività produttive – ha aggiunto – potrebbe causare un danno economico “permanente”, ponendo un rischio più grande di quello di una ripartenza.

America Latina: nuova accelerazione della pandemia. In meno di 24 ore i contagi sono cresciuti di 18.000 unità, raggiungendo quota 361.593, mentre si sono aggiunti 1.300 morti per un totale complessivo di 20.149. Il Brasile si conferma il Paese più colpito con 155.939 contagiati e 10.627 morti, seguito da Perù (67.307 e 1.889) e Ecuador (29.559 e 2.127). Nella classifica con più di 5.000 contagi si posizionano quindi il Messico con un alto numero di morti rispetto ai contagiati (33.460 e 3.353), il Cile (28.866 e 312), la Colombia (10.4951 e 445), la Repubblica Dominicana (10.347 e 388), Panama (8.282 e 237) e l’Argentina (5.776 e 300).

La Cina ha riportato 17 nuovi casi di coronavirus: toccando i massimi delle ultime due settimane, di cui 7 importati relativi nella Mongolia interna e 10 domestici, suddivisi tra le province di Hubei (5), Jilin (3), Liaoning (1) e Heilongjiang (1).

Nel Regno Unito Boris Johnson avverte: “Stare in allerta, controllare il virus, salvare vite” umane. Nel presentare le tappe di una graduale Fase 2, il premier Tory mantiene in sostanza in vigore anche in Inghilterra il lockdown (come già deciso da Scozia e Galles), ma alleggerisce con la più generica raccomandazione di stare in allerta, invece del più rigoroso “stare in casa”. Inoltre Johnson ha confermato ieri sera l’intenzione di introdurre presto una quarantena obbligatoria per tutti coloro che viaggeranno nel Regno Unito o vi rientreranno sullo sfondo dell’emergenza coronavirus. La quarantena, che secondo le anticipazioni sarà di 14 giorni e riguarderà tutti i viaggiatori, con o senza sintomi, servirà a rafforzare la sicurezza ai confini a mano a mano che si alleggerirà il lockdown sul fronte interno.

L’India ha registrato ieri 4.213 casi di coronavirus: il livello più alto in 24 ore dall’inizio della pandemia. Il bilancio dei contagi nel Paese, secondo quanto riporta la Cnn, sale così a 67.152, mentre il numero dei morti sale a 2.206. Finora 20.916 persone sono guarite.