Virus simile alla Sars, meno potente ma più contagioso. Italiani via da Wuhan in quarantena

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Paura per il coronavirus cinese, le cui vittime sono salite a 56, con circa 2mila contagiati. Secondo Pechino la capacità di diffusione sembra diventare più forte. “L’epidemia sta accelerando”, ha detto il presidente cinese, Xi Jinping. Il sindaco di Wuhan, da dove è partito il contagio ha detto alla tv di Stato di aspettarsi “almeno un migliaio di contagi in più”.

Secondo le autorità sanitarie cinesi, la mappa genetica del virus cinese 2019-nCoV indica una somiglianza del 79,5% con il virus della Sars, comparsa fra il 2002 e il 2003 e che entrambi utilizzano la stessa arma per aggredire il sistema respiratorio umano. Il coronavirus fanno sapere gli esperti “non è potente quanto la Sars”, ma sta diventando più contagioso.

L’uso della mascherina è obbligatorio in due province e tre città cinesi. Chiude Disneyland Hong Kong, gli americani avviano l’evacuazione dei propri connazionali, la Peugeot quella del proprio staff. Intanto un malato è sotto osservazione a Toronto, in Canada. E un caso sospetto anche in Austria.

In Vietnam si registra invece un primo caso di trasmissione da uomo a uomo al di fuori della Cina: il contagiato non si era recato nel Paese ma è familiare di una persona che era stata a Wuhan.

Ad Hong Kong un edificio che era stato adibito per la quarantena dei malati del coronavirus, è stato preso d’assalto. Lo ha riferito la polizia locale. I manifestanti contestano la decisione delle autorità di utilizzare alcune case popolari sfitte come centro per la quarantena delle persone infette o come dormitorio per i medici.

E la Farnesina ha fatto sapere che gli italiani attualmente presenti a Wuhan, epicentro dell’epidemia del nuovo coronavirus, e nella regione dell’Hubei, circa una cinquantina, avranno la possibilità di utilizzare un trasferimento via terra per rientrare in patria, ma questo comporta necessariamente un successivo periodo di osservazione di 14 giorni in una struttura ospedaliera.

Controlli rafforzati negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa. Nella Capitale sono stati anche rinviati i festeggiamenti per il capodanno cinese, previsti il 2 febbraio, così come a Milano.

Intanto però si alza un coro di proteste per le discriminazioni che sta subendo la comunità cinese in Italia: “Il nostro, a nome di tutte le comunità cinesi in Italia, è che finiscano gli episodi di intolleranza e discriminazione. Il virus può colpire tutti, non solo i cinesi. Non c’entra nulla con la razza delle persone”. Così Lucia King, portavoce della comunità cinese di Roma, parlando con l’ANSA. “Quando ci sono stati i terremoti in Italia la comunità cinese non si è mai tirata indietro adoperandosi con donazioni e aiuti di ogni genere – aggiunge – Questo è il momento in cui la Cina ha bisogno di aiuto: non chiediamo donazioni, ma comprensione e tolleranza”.