Immigrazione: morta una bimba di 4 anni. Fermati 14 trafficanti

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Ancora una tragedia dell’immigrazione. Il corpo di una bimba di 4 anni è stato recuperato dalla guardia costiera turca, intervenuta per soccorrere un gruppo di migranti su un gommone in difficoltà nel mar Egeo. Altre 40 persone a bordo del mezzo, diretto alle isole greche e intercettato 5 miglia al largo della località costiera di Kusadasi, nel sud-ovest turco, sono state soccorse. Le operazioni proseguono alla ricerca di eventuali altri dispersi.

Tuttavia gli arrivi di migranti nell’Unione europea “sono lontanissimi da quelli di tre anni fa e sono in calo dell’80% rispetto allo scorso anno”. Così il commissario europeo alle Migrazioni Avramopoulos al Parlamento europeo. “Sembra però crescere la resistenza politica all’accoglienza.

Intanto il premier Conte sarà oggi in visita in Niger e domani in Ciad, snodi cruciali per le rotte dei migranti, mentre dalla Cei arriva l’invito all’Italia a “non dividersi” e ad essere “responsabile”.

Prosegue intanto l’opera della Gdf contro l’immigazione clandestina. Effettuati 14 provvedimenti di fermo nei confronti di italiani e stranieri appartenenti ad un sodalizio criminale che avrebbe gestito il traffico di migranti tra la Tunisia e le coste siciliane con gommoni veloci. I componenti del clan, capeggiato da un tunisino, sono accusati a vario titolo di sfruttamento dell’immigrazione clandestina, contrabbando di tabacchi lavorati e fittizia intestazione di beni e attività economiche.

Il tunisino ritenuto a capo dell’organizzazione aveva anche progettato un attentato dinamitardo a una caserma dei carabinieri. Si tratta di Fadhel Moncer, già arrestato nel 2012 per un traffico di armi e droga tra Francia e Italia.
L’organizzazione criminale era composta da cittadini tunisini e italiani che operavano tra il Paese nordafricano e le province di Trapani, Agrigento e Palermo. La banda reclutava i profughi e raccoglieva grosse somme di denaro per la traversata: fino a 3mila euro. Ai migranti fatti entrare in Italia l’organizzazione garantiva la possibilità di un contratto di lavoro fittizio, anche di tipo stagionale.

Inoltre l’organizzazione rubava natanti e motori, già usati per i viaggi verso l’Italia e sequestrati dalla Finanza
, e acquistava tabacchi di contrabbando che poi rivendeva in Sicilia, in particolare nei mercati rionali palermitani. Il business aveva assicurato enormi guadagni, reinvestiti tra l’altro, in una azienda agricola di Marsala, in un cantiere nautico di Mazara del Vallo e in un ristorante.