L’India attacca il Pakistan, almeno 26 civili uccisi. Si teme un’escalation militare


L’India ha condotto attacchi missilistici contro tre città in Pakistan. Subito partita la rappresaglia. Le forze armate indiane hanno spiegato di aver lanciato “l’Operazione Sindoor” per colpire basi terroristiche in Pakistan. Si teme ora una escalation militare tra le due potenze nucleari. Non si arrestano dunque le tensioni tra i due Paesi dopo l’attentato in Kashmir dello scorso 22 aprile.
Secondo l’esercito pakistano, che nel frattempo ha annunciato di aver abbattuto cinque aerei indiani, il bilancio delle vittime è salito ad almeno 26 civili uccisi, tra cui anche due bambine di tre anni che sono morte in una moschea a Bahawalpur, nel Punjab pakistano, collegata ai gruppi armati del Kashmir secondo l’intelligence indiana.
“L’attacco dell’India è un atto di guerra al quale reagiremo in maniera forte” tuona il portavoce pakistano. Mentre l’esercito di Nuova Delhi, in un video postato su X dopo gli attacchi, ha dichiarato: “Giustizia è fatta. L’azione è stata concentrata, misurata e priva di intenzioni di escalation. Nessuna struttura militare è stata presa di mira”. L’esercito indiano ha annunciato anche di aver distrutto i nove campi terroristici presi di mira dai raid. Si registrano vittime anche nella città indiana di Poonch in Kashmir, vicino al confine con il Pakistan. Secondo un funzionario del governo indiano locale, il bilancio è di 8 civili uccisi e 29 feriti. Le autorità del Kashmir amministrato dall’India hanno chiuso tutte le scuole, le università e gli istituti scolastici in almeno sette zone di confine della regione. Le scuole rimarranno chiuse anche nei pressi dell’aeroporto di Srinagar.
L’esercito pakistano ha dichiarato che una centrale idroelettrica sul suo lato del confine con il Kashmir è stata danneggiata negli attacchi di questa mattina aggiungendo che è stata danneggiata parte della struttura della diga.
Preoccupa una possibile escalation: gli Stati Uniti chiedono una ricomposizione della crisi, con il Segretario di Stato Marco Rubio che ha parlato con i consiglieri per la sicurezza nazionale dell’India e del Pakistan esortandoli a mantenere aperte le linee di comunicazione ed evitare l’escalation. L’Iran si propone invece come mediatore: il ministro degli Esteri di Teheran, dopo la visita di ieri a Islamabad, sarà in giornata a Nuova Delhi. Il monito del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: “Il mondo non può permettersi una guerra tra India e Pakistan”. Dalla Francia il ministro degli Esteri, Jean-Noël Barrot, ha invitato India e Pakistan a dare prova di moderazione sottolineando: “Comprendiamo il desiderio dell’India di proteggersi dal flagello del terrorismo, ma ovviamente invitiamo l’India, così come il Pakistan, a dar prova di moderazione per evitare un’escalation e, naturalmente, per proteggere i civili”.
La Cina, che confina con entrambi i Paesi ed è uno stretto alleato del Pakistan, ha detto di esprimere rammarico per l’azione militare dell’India e di essere preoccupata per gli attuali sviluppi. “India e Pakistan sono vicini che non possono essere separati, e sono anche vicini della Cina – ha affermato un portavoce del ministero degli Esteri in una nota aggiungendo – La Cina si oppone a tutte le forme di terrorismo.