Israele ancora sotto attacco, Trump entra nel conflitto contro l’Iran


Gli Stati Uniti attaccheranno l’Iran. E lo faranno probabilmente già nel fine settimana. Quella che poteva sembrare una sensazione qualche giorno fa, ora pare essere una certezza. Donald Trump avrebbe detto di essere stufo del comportamento dell’Iran e – oltre ad aver dato già pubblicamento sostegno a Israele – sarebbe pronto a rispondere con le armi. Tanto che le ambasciate sul posto si starebbero preparando militarmente.
Intanto un missile lanciato dall’Iran ha colpito direttamente il grande ospedale Soroka di Beer Sheva, nel sud di Israele. Le sirene d’allarme hanno risuonato a Tel Aviv e in gran parte del resto di Israele, per il lancio di missili balistici dall’Iran. Forti boati sono stati uditi nel centro di Tel Aviv. Gli allarmi sono scattati anche a Nazaret, per l’intrusione di droni.
Dal canto suo, nascosto in un bunker, Ali Khamenei sfida Israele e gli Stati Uniti per mostrare una parvenza di solidità del regime. “Non ci arrenderemo mai e se gli Usa ci attaccano subiranno danni irreparabili”, è l’avvertimento lanciato dalla Guida suprema in un nuovo intervento alla tv di Stato dall’inizio dell’offensiva dell’Idf. Parole che si infrangono sul muro della superpotenza americana e di Trump che, incurante delle minacce, ha rinnovato l’ultimatum a Teheran, questa volta “definitivo”, ad una “resa senza condizioni”, tenendo aperta l’opzione del coinvolgimento diretto nel conflitto al fianco dello Stato ebraico.
L’ayatollah Khamenei si è rivolto alla nazione per attaccare “il nemico sionista” e il suo principale alleato. Un messaggio di 9 minuti, con al fianco la foto del fondatore della Repubblica islamica Khomeini, in cui l’86enne capo della teocrazia ha detto che non ci sarà “nessuna pietà per i leader israeliani” e che lo Stato ebraico sta subendo una “punizione severa”, tanto che “i suoi amici americani” sono stati costretti ad “entrare in scena”. E proprio a Trump ha rivolto il secondo strale: “Un suo intervento militare provocherà danni irreparabili”.