L’Australia vieta i social agli under 16: è il primo Paese al mondo

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CHIANGMAI, THAILAND -FEBRUARY 7, 2017:Facebook page on the smartphone on table. Facebook is very well know social networking service founded in 2004 by Mark Zuckerberg

I più piccoli vanno protetti dagli “algoritmi predatori” dei social network. Per questa ragione, a partire da oggi 10 dicembre, in Australia scatta il divieto totale di avere un profilo e farne uso per tutti i minori di 16 anni. Non sarà dunque più possibile avere un account personale sulle piattaforme social per tutti gli under 16. Il governo di Canberra è il primo al mondo a introdurre un provvedimento del genere. Nello specifico, le nuove regole riguardano dieci social network: Instagram, Facebook, Threads, X, Snapchat, Kick, Twitch, TikTok, Reddit e YouTube.

Rispettare il divieto e assicurarsi dunque che venga applicato in modo efficace sarà compito delle aziende che le gestiscono. Sorvegliare sull’applicazione della nuova norma sarà piena responsabilità delle stesse piattaforme: per quelle che non adotteranno “misure ragionevoli” per bloccare l’accesso agli under 16 sono previste multe fino a 49,5 milioni di dollari australiani (ovvero 28 milioni di euro). Genitori e bambini invece non saranno responsabili in caso di violazioni. La proposta di vietare i social agli under 16 era stata avanzata dal laburista Albanese a settembre del 2024, e ha trovato supporto da subito anche tra opposizione e opinione pubblica. Poi è stata approvata dal Parlamento un anno fa, il quale ha previsto l’entrata in vigore il 10 dicembre 2025, e così è stato.

Alcune perplessità sono circolate sui media locali secondo cui non tutti sono convinti che la misura possa funzionare. “Non sono fiduciosa”, ha detto l’attuale principale avversaria del premier, Sussan Ley, leader dell’opposizione. “Sappiamo dall’inizio che questo processo non sarà al 100% perfetto”, ha riconosciuto Albanese. “Ma il messaggio contenuto in questa legge è al 100% chiaro”. Il primo ministro australiano sostiene che, in diversi casi, il benessere dei giovanissimi “è stato distrutto dalla parte peggiore dei social“, ricordando anche le esperienze di genitori “che vivono il dolore devastante di aver perso dei figli”, vittime di situazioni gravi come il bullismo virtuale. Dunque ha invitato bambini e ragazzi a sfruttare in modo diverso le ore prima trascorse “a fare scrolling sul telefono”. “Iniziate un nuovo sport, imparate a suonare uno strumento o leggetevi un libro“, ha suggerito, sottolineando in particolare la necessità di passare “tempo di qualità con amici e famiglia”.

Pur non accogliendo la misura di buon grado, la maggior parte delle piattaforme social interessate ha già fatto sapere pubblicamente di essere disposta ad adeguarsi. Tuttavia, non è escluso che qualcuna provi a sfidare la nuova legge nei tribunali. Restrizioni dell’uso dei social per i minorenni esistono anche in altri Paesi, anche se nessuno, al momento, prevede un divieto totale. Malesia, Spagna o Norvegia sono alcuni degli Stati in cui provvedimenti simili a quello australiano sono in discussione. In Italia, dove sono all’esame diverse proposte di legge, la soglia di età minima per aprire un profilo social è attualmente a 14 anni, mentre per quelli sotto questa fascia di età è necessario il consenso dei genitori.

 

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