Medio Oriente, accordo di pace per Gaza. Ma Hamas respinge la tutela straniera


Benjamin Netanyahu ha detto sì a un piano di pace per Gaza. Lo ha fatto nel corso del nuovo incontro alla Casa Bianca con Donald Trump, il quarto degli ultimi tempi. Nel corso del colloquio Trump è andato dritto al sodo, costringendo Netanyahu a chiedere scusa al premier qatarino per i raid a Doha contro i leader di Hamas e ad accettare una proposta in 20 punti per mettere fine alla guerra nella Striscia, lanciando – inoltre – un ultimatum ad Hamas, avvisandolo che se rifiuterà il piano di pace – Israele avrà il “pieno appoggio degli Stati Uniti” e il “diritto” di “completare il lavoro” per annientare il gruppo estremista.
Da Hamas però sono arrivate subito risposte negative. “Abbiamo accettato la formazione di un comitato che non rappresenti alcuna fazione palestinese per gestire gli affari di Gaza dopo la guerra, ma non accetteremo l’imposizione di una tutela straniera sul nostro popolo”, viene riferito. Quindi la rivendicazione di uno stato palestinese, per il quale nel piano Usa è evocato solo un possibile “percorso credibile”. Segnali negativi erano arrivati anche prima dell’incontro fra Trump e Netanyahu alla Casa Bianca, quando al-Nunu aveva avvisato che “finora non ci sono state discussioni dirette o indirette sul piano promosso dagli Stati Uniti, e che Hamas ne è a conoscenza solo attraverso indiscrezioni sui media”.
Dal canto loro, le famiglie degli ostaggi parlano di “accordo storico”. “Dopo quasi due anni di angoscia inimmaginabile, ci troviamo a un punto di svolta storico. Siamo profondamente grati al Presidente Trump per il suo incrollabile impegno verso le nostre famiglie e verso lo Stato di Israele, e per aver raggiunto ciò che desideravamo disperatamente fin dal 7 ottobre: un accordo per riportare a casa tutti i nostri cari” scrive il Forum delle famiglie degli ostaggi in una nota. “Questo è un accordo storico che permetterà al nostro popolo di guarire, di porre fine alla guerra e di tracciare un nuovo futuro per il Medio Oriente”.