Parigi, nuove proteste dopo la strage. Accuse alla Turchia

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Nuove tensioni a Parigi dopo quanto avvenuto nella giornata di venerdi 23 dicembre, con la sparatoria che ha causato la morte di tre curdi. L’autore, un 69enne, avrebbe confermato alla polizia che voleva attaccare la comunità curda. Inoltre, secondo le notizie raccolte dall’emittente “BfmTv”, dal settimanale “Journal du dimanche” e da altre testate, l’attentatore si è definito “razzista”. Si tratta di un ferroviere francese in pensione,un estremista di destra che dunque ha anche confessato il movente razziale del folle gesto.

E il giorno dopo a Parigi non si placa la protesta della comunità curda. In Place de la République centinaia di manifestanti hanno sventolato le bandiere della nazione curda e del Pkk. In evidenza anche i ritratti di tre militanti curdi assassinati a Parigi nel gennaio del 2013. A gettare benzina sul fuoco, il portavoce del Consiglio democratico curdo in Francia, il Cdkf, Agit Polat, il quale ha detto: “Per noi non c’è dubbio che si tratti di omicidi politici orchestrati dalla Turchia”.

Un minuto di silenzio è stato osservato dai manifestanti in onore delle vittime e di tutti i curdi morti per la libertà. Molti dei  manifestanti piangono definendo il grave atto di ieri come una “ingiustizia”, “un atto politico e di terrorismo”. Rilanciando così quanto detto da Agit Polat: “Non abbiamo dubbi che siano degli omicidi politici. Il fatto che le nostre associazioni siano prese di mira rivela un carattere terroristico e politico”.

Accuse alla Francia. Lo stesso portavoce del Consiglio democratico curdo in Francia ha espresso anche qualche recriminazione all’indirizzo delle autorità transalpine per la mancanza di un piano per la sicurezza del circolo culturale preso di mira ieri dalla mano omicida e delle altre entità curde in Francia: “L’inchiesta -ha detto- ci dirà di più nei prossimi giorni ma la qualifica fatta attualmente non è definitiva e può cambiare a seguito dell’indagine in corso”.

Le altre accuse di Polat. Il portavoce del Consiglio democratico curdo in Francia ha poi aggiunto: “La comunità curda è presa di mira perché c’è una situazione politica, una guerra che continua in Turchia e in altre parti del Kurdistan, per la precisione in Siria, in Iraq e in Iran. Ci sono un movimento curdo represso e un popolo curdo considerato come nemico dalla Turchia”.